Piangono a dirotto gli stessi soccorritori, nonostante siano “abituati” a recuperare le vittime delle traversate. Perché sono più di 90 le vittime accertate (ma il numero è destinato a crescere) del barcone che trasportava cinquecento migranti e che ha preso fuoco, e poi si è ribaltato, nei pressi dell’Isola dei conigli a Lampedusa. Una strage di proporzioni enormi, «una vergogna» come ha commentato papa Francesco, che aveva visitato poco tempo fa l’isola che rappresenta il primo approdo per tanti migranti. Di «immane tragedia» ha parlato il premier Enrico Letta, mentre il vice premier Angelino Alfano ha annullato la riunione dei ministri del Pdl per dirigersi a Lampedusa per mettere a punto i primi interventi e ha spiegato come «oggi non è tempo di polemiche ma il tempo della prontezza e dell’efficacia dei soccorsi»,
Il punto, dopo l’ennesima tragedia che si è consumata nelle coste siciliane, è sempre lo stesso: la gestione di un’emergenza che non può riguardare solo l’Italia. «Non si può girare attorno alla necessità assoluta di decisioni e azioni da parte della Comunità internazionale e in primo luogo dell’Unione Europea», ha affermato presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Speriamo che l’Unione Europea si renda conto che non è un dramma italiano ma europeo» ha rilanciato non a caso Alfano.
Il problema, insomma, rimane quello di un accordo che garantisca la creazione di un corridoio umanitario. Lo ha rilanciato con forza Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa italiana: «Non ci stancheremo mai di chiedere alle istituzioni italiane ed europee un impegno concreto per evitare queste stragi: non si può parlare di migranti e migrazioni solo in caso di sciagure. E ancora, non ci stancheremo mai di chiedere corridoi sicuri per chi scappa dalla guerra, per chi ha bisogno, per chi deve essere tutelato: è inaccettabile che succedano drammi del genere».
Anche l’Europa – che proprio ieri aveva criticato l’azione politica italiana in tema di migranti – ha riconosciuto che la situazione non può essere lasciata alla sola Italia. Su questo appunto una dura risposta all’Europa è arrivato dalla Lega Nord – «Ipocriti», ha attaccato Matteo Salvini – e dal Movimento 5 Stelle: «Le responsabilità di questa tragedia sono tutte dell’Unione europea, che abbandona l’Italia a se stessa senza colpo ferire», hanno detto i deputati 5 Stelle chiedendo un tavolo europeo sull’immigrazione.
Una valutazione importante, da questo punto di vista, è arrivata anche dal presidente del Senato Pietro Grasso: «Noi non possiamo lasciare al loro destino i migranti, l’Italia non deve essere lasciata sola dall’Europa: questa sfida coinvolge tutta la comunità internazionale sia nell’accoglienza che nel sostegno ai paesi di origine, affinché la fuga non sia la sola speranza. Prioritaria in questo senso la creazione di un corridoio umanitario per i profughi e la repressione della tratta di esseri umani».