
Rimozione o sostituzione di versi di una canzone, perché offende moralità o religione, perché volgare o sovversiva: alla fine della monarchia in modalità fascismo, la censura sopravvive, gagliarda, all’inizio della repubblica in modalità democristiana. Nel mirino canzoni dai doppi sensi e dalle omofonie discutibili, se non con critiche del governo. Questa battaglia obbliga gli autori dei brani a ogni furbizia.
Avviene per Papaveri e Papere di Mascheroni-Panzeri-Rastelli (https://youtu.be/1a1GYZZt8Vw), eseguito da Nilla Pizza al Festival di Sanremo nel 1952: un successo. Sotto l’apparente nonsense del testo, si intravvede sia la critica sociale (“Papavero attese la papera al chiar di luna e poi la sposò / Ma questo romanzo ben poco durò / (…) lasciando paperina impaperata“), sia ls satira su Amintore Fanfani, il tascabile ma potente democristiano. Più prosaicamente si allude non solo a Fanfani, ma ai politici in genere, come spiega anni dopo Mario Panzeri: “ll testo di Papaveri e papere mi è stato ispirato dalla prosopopea di certe personalità. Anche con una canzonetta si può fare satira”.
“Me la dai, me la dai…”
Nel 1955 tra le canzoni prese di mira c’è La pansè di Pisano-Cioffi (https://youtu.be/l6T3QbHL3CM), cantata da Renato Carosone. E’ bandita dai programmi radio e tv per gli ammiccamenti: “Che bella pansè che tieni / Che bella pansè che hai / Me la dai/ Me la dai la tua pansè? / (…) Pansé mia e pansé tua… / in ricordo del nostro amor!”. Nonostante il divieto, il successo è immediato, grazie ai juke-box e alle esecuzioni dal vivo, che però provocano controlli di polizia, così i locali si premuniscono con cartelli: “Qui non si eseguono La pansè e simili trivialità”.
Sempre nel 1955 Domenico Modugno ha grane per Vecchio frack , scritto dallo stesso e destinato a divenire un classico. I censori ravvisano un accenno al suicidio. Il verso: “Ad un attimo d’amore, che mai più ritornerà” si muta così in “Ad un abito da sposa, primo ed ultimo suo amor”.
Nel 1957 Modugno ha altri problemi per Resta cu’mmè, da lui composta con Dino Verde. In Rai non è gradito il verso: “Nun me ‘mporta d’o passato, nun me ‘mporta ‘e chi t’avuto”, perché contrastante con la morale. Esso è sostituito con. “Nun me ‘mporta si ‘o passato sulo lagreme m’ha dato”, che stravolge il significato originario. Modugno subisce la censura anche nel 1971, per la sua Un calcio alla città, scritta con Castellacci e Pazzaglia, in cui un impiegato frustrato decide di “dare un calcio a tutta la città”. Sono anni di scioperi e scontri sociali: le autorità interpretano quel calcio simbolico incitamento all’assenteismo e tolgono visibilità al brano, ma senza successo.
Finta censura, vera operazione di marketing discografico è, invece, il presunto blocco di Tua di Malgoni-Pallesi . La canta Jula De Palma al Festival di Sanremo del 1959: la sua esibizione è oscurata dalla Rai-Tv come “lasciva e indulgente a pensieri immorali”.
Christine Keeler e John Profumo
Il tema scabroso blocca nel 1963 Christine su Christine Keeler, protagonista dello scandalo spionistico che fatto dimettere il ministro della Difesa britannico, John Profumo. La canta Miss X (Joyce Blair, attrice e ballerina della Bbc dell’epoca), ma il brano è scritto da un pianista non come gli altri: Jaime de Mora y Aragòn, alias Fabiolo, fratello di Fabiola, regina del Belgio. Nello stesso anno, ma per motivi opposti, di Don Backy viene bloccata La carità, da lui scritta per Il monaco di Monza, film di Sergio Corbucci, con Totò. Alla Rai-Tv la scena dei monaci, ballerini questuanti, pare offendere l’abito talare.
Nel 1964, per non urtare la Svizzera, il primo canale Rai-Tv bandisce Addio a Lugano, eseguita da Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Otello Profazio, Silverio Pisu e Lino Toffolo nella trasmissione Questo e quello. Sempre nel 1964 si censura un intero lp, Le canzoni del no, per il brano La marcia della pace, composto per la prima marcia della pace Perugia-Assisi (1961) e inciso da Maria Monti. I contenuti invitano infatti all’obiezione di coscienza.
Nel 1965 Prima di cominciare dell’Equipe ’84 è bandita dalla Rai, e subendo il boicottaggio radiofonico per le voci in falsetto dei cantanti del gruppo: paiono “pervertiti”. Non si diceva ancor “gay”.






