Personalità dagli aspetti più che controversi, da quando è nata – e cioè da quel 4 giugno 1975 – sembra condurre la sua vita all’insegna della lotta contro se stessa, che mistifica bene nell’amore verso il prossimo e verso gli indigenti. Si tratta di Angelina Jolie, “gorgeous”, e quindi troppo bella, ma “fonte continua di guai”. Così è sempre stata definita questa donna, considerata tra le più belle del mondo, ma che spesso ha mortificato la sua sensualità, come fosse un vestito troppo stretto, scomodo da indossare, quasi da ripudiare.
Jolie, che significa “carina”, in realtà non è il suo vero cognome, ma risale al 2002 la scelta dell’attrice e regista statunitense di cancellare ogni legame, anche anagrafico, con il padre, con cui non ha più rapporti da tempo. Via il suo vero cognome “Voight” – Angelina è figlia di John Voight e Marcheline Bertrand –, Jolie diventa il suo marchio di fabbrica. E già nel nome, le due anime che tengono in vita l’attrice, mostrano la loro piena contraddizione: Angelina Jolie, dal suono dall’aspetto etereo e serafico, in realtà fa a cazzotti con la parte che non si vede, ma che è probabilmente la più vera, quella che soffre, in parte si rinnega, cerca nella morte il rifugio dalla vita. Quella parte di sé che più volta ha portato anche sul grande schermo: lo fa in “Gia – Donna oltre ogni limite”, in cui l’attrice presta il volto alla modella bisessuale, scomparsa in giovane età e protagonista della moda anni Ottanta; e lo fa anche in “Girls – Ragazze interrotte”, in cui Angelina è la sociopatica Lisa. Per poi diventare la ‘strega cattiva’ di Biancaneve in “Maleficent”.
A partire dall’infanzia, la vita di Angelina Jolie è stata segnata da continui litigi in famiglia: ha conosciuto il tradimento, quello del padre nei confronti della madre e degli stessi figli – tanto che anche il fratello di Angelina ha deciso di cambiare cognome. Ed è qui che è possibile rintracciare le origine della sua sofferenza e implacabile angoscia, che l’ha attanagliata talmente tanto da indurla a tentare il suicidio, verso i 14 anni. In quel periodo, Angelina si trovava anche ad affrontare la sua prima convivenza. Per molto tempo, poi, la Jolie si è provocata da sola delle lesioni. Quando ricorda quel periodo, l’attrice riferisce che nel tagliarsi riusciva a trovare un piacere, il dolore le regalava sollievo, come fosse una terapia per affrontare il male di vivere. Anche la sua sessualità era vissuta al limite del sadomasochismo. Persino nella sua passione per i tatuaggi, è forse possibile rintracciare la stessa voglia di rendere un corpo così candidamente erotico un po’ meno maliardo, ma decisamente più immorale. I suoi tatuaggi sono infatti come un vestito, alcuni li ha tolti, altri li ha coperti, e sembrano assolvere alla stessa funzione che l’adolescente Angelina attribuiva ai suoi grandi occhiali neri dietro cui si nascondeva. Al posto di un drago con la lingua blu, ora c’è una croce, che ricorda vagamente un pugnale, e al latere una frase in latino: “Quod me nutruit, me destruit”, ovvero “Ciò che mi alimenta, mi distrugge”. Sull’avambraccio, un’altra frase recita così: “A prayer for the wild at heart, kept in cages”, “Una preghiera per gli spiriti liberi, intrappolati nelle gabbie”.
È stato il cinema a salvare Angelina dalle sue buie passioni. Accantonata l’ambizione di diventare una necrofora da grande, nel 1982 la Jolie debutta in “Lookin’ to get out”, regia di Hal Ashby, proprio a fianco di suo padre, con cui lavorerà nuovamente sul set di Tomb Raider circa 20 anni dopo, per poi interrompere definitivamente ogni rapporto con lui. Proprio mentre girava Tomb Raider, Angelina Jolie, in Cambogia, ha avuto modo di conoscere la situazione degli indigenti. Da allora, l’attrice ha deciso di dedicarsi loro anima e corpo, tanto da meritarsi il titolo di Goodwill Ambassador per l’Onu. Quest’anno, dopo Oprah Winfrey, Paul Newman ed Elizabeth Taylor, sarà conferito proprio a lei l’Humanitarian Award 2013: si tratta di un premio assegnato a “un membro dell’industria cinematografica i cui sforzi umanitari hanno dato lustro al settore”. La Jolie, peraltro, tre volte madre naturale, ha deciso di adottare anche altri tre bambini con il compagno Brad Pitt.
Ribelle contro se stessa, Angelina sembra quindi trovare un conforto nel volontariato di certo meno violento dell’autolesionismo. E anche quando non fa parlare di sé a livello cinematografico, la Jolie sa sempre come far discutere il resto del mondo che su di lei sembra aver puntato dei riflettori che non si spengono mai. A partire dalle sue relazioni con gli altri. Quando Angelina sposa il suo primo marito, l’attore Johnny Lee Miller, si presenta all’altare con pantaloni in pelle e una T-shirt bianca sui cui, con il sangue, aveva scritto proprio il nome dello sposo. La loro relazione finisce presto, ma oggi i due si dichiarano l’un l’altro un grande affetto. Insomma, come a dire che ad essere sbagliati, erano i tempi. Al suo secondo marito, Billy Bob, Angelina ha regalato un ciondolo contenente il suo sangue. Lo stesso, ha fatto Bob. L’attrice si era anche tatuata il nome di Billy, ma poi ha rimosso il tatuaggio una volta terminato l’amore tra i due.
Gli anni del matrimonio con Bob, sono anche quelli in cui Angelina Jolie si mette a confronto con la sua bisessualità. “L’avrei sposata, se non avessi già avuto un marito. Me ne sono innamorata nel momento in cui l’ho vista”, ha sempre commentato in riferimento alla modella e attrice Jenny Shimizu, conosciuta sul set di Foxfire.
E anche a proposito del rapporto con il fratello James Haven, sono in molti ad aver sempre pensato che il loro fosse molto più di un amore fraterno, al limite dell’incestuoso. Tanto che, la stessa Angelina, spesso ha dichiarato di amarlo pazzamente. E in occasione della sua premiazione agli Oscar nel 2000 come attrice non protagonista per “Girls”, in pubblico ha baciato sulla bocca il fratello James.
E siamo così arrivati ai giorni nostri, quelli che Angelina condivide con Brad Pitt, conosciuto sul set di “Mr. and Mrs. Smith”, nel 2005. L’incontro manda in depressione l’attrice, che, suo malgrado, si trova a rivivere i tradimenti che il padre perpetrava nei confronti della madre: all’epoca, infatti, Brad Pitt era ancora legato all’attrice Jennifer Aniston. Ma la storia tra i due è decollata molto in fretta, e ancora oggi va a gonfie vele.
L’attore è stato al fianco della Jolie quando ha scelto di sottoporsi ad una doppia mastectomia preventiva, sollevando un polverone mediatico non indifferente. Proprio quest’anno, Debbie Betrand, la zia di Angelina, è morta a causa di un tumore al seno. Cinque anni fa, un cancro alle ovaie si portò via la madre dopo anni di sofferenze. L’attrice ha dichiarato di aver agito esclusivamente nell’interesse dei figli: non è giusto che una così brutta malattia strappi loro la madre anzitempo. E così, dopo aver scoperto di essere portatrice di un gene che aumenta il rischio di sviluppare il cancro al seno, ha deciso di rimuovere entrambi i seni. Una decisione indubbiamente coraggiosa, che si inserisce nel solco delle scelte che fanno di Angelina Jolie una donna in perenne conflitto proprio col suo stesso esser donna.
Da ultimo, la Lara Croft del grande schermo, ha anche sposato la causa della lotta alla violenza sessuale usata come arma di guerra nei confronti di donne e bambini. Al fianco del ministro degli esteri inglese William Hauge, Angelina Jolie ha intrapreso una campagna a denti stretti per dire ‘no’ allo stupro come tattica militare, e, più in generale, no agli stupri, fisici e morali.
Difficile mettere a tacere le tante anime che vivono, tutte insieme, nel suo corpo e nella sua mente. Di certo, c’è che per questo, e per tanto altro ancora – che già è accaduto, ma non è stato detto, o ancora deve accadere – Angelina Jolie sembra destinata ad essere, ancora per molto tempo, una delle regine indiscusse di Hollywood.