“Di là dal fiume e tra gli alberi”: Hemingway occupa Venezia dal ’45
Lo spunto per questo ricordo comprensibile, ma anche disonorante, del nostro passato nazionale lo offre il romanzo autobiografico dello scrittore americano, portato sullo schermo da Paula Ortiz
Matilda De Angelis in Di là dal fiume e tra gli alberi di Paola Ortiz
“Occupata” dal covid, la Venezia tra 2021 e 2022 offre una credibile Venezia tra 1945 e 1946, occupata anch’essa: ma da soldati americani.
Intorno agli occupanti americani, rari italiani: inermi, rassegnati, inconsistenti, tranne due, revanscisti, come in un Paese normale avrebbe dovuto essere la maggioranza dei giovani italiani a metà anni ’40. E invece…
Il nostro passato nazionale
Lo spunto per questo ricordo comprensibile, ma anche disonorante, del nostro passato nazionale lo offre il romanzo autobiografico di Ernest Hemingway Di là dal fiume e tra gli alberi, portato sullo schermo da Paula Ortiz.
Il fiume è Il Tagliamento; tra gli alberi c’è il Friuli. Lì sono ricordi della Grande Guerra, che vengono dal “rimosso” di un colonnello americano che, con un grado minore, vi era stato tra 1917 e 1918.
Perché il film della Ortiz, uscito due anni fa in Spagna, in Italia giunge solo ora, col caldo, quando quasi nessuno lo vedrà? Perché è un film letterario, elitario, ma chi può lo veda, perché esso ha il pregio di raccontare parecchia realtà.
Uniti, indivisibili… da lontano
Se la trama di fondo è la malattia di un colonnello (Liev Schreiber), che ha perso da poco in guerra un figlio, la sotto-trama è il suo amore per una giovane veneziana, aristocratica, ma povera (Matilda De Angelis). Sentire i due attori dialogare, nella versione originale, è un piacere; nella versione doppiata ci si dovrà accontentare.
Il colonnello è l’alter ego di Hemingway, che tra fine 1917 e fine 1918 è stato realmente sul fronte italiano della Grande Guerra come ambulanziere. Ferito, ricoverato in un ospedale militare di via Santa Maria Segreta, a Milano, come racconta proprio lui in Addio allearmi. In Italia Hemingway tornò da inviato di un’altra guerra alla fine.
Dai bei romanzi non sempre derivano bei film. Quello ispirato da Hemingway venuto meglio, I gangster di Robert Siodmak (1946), genererà un pari rifacimento, Contratto per uccidere di Don Siegel (1964).
Liev e Matilda
Ma lì non c’è tanto l’Hemingway com’è, quanto l’Hemingway come vorrebbe essere. In Di là dal fiume, tra gli alberi, Liev Schreiber trova la misura per incarnare non un’imitazione di Hemingway, ma un Hemingway verosimile. Non è poco.
Con molto meno esperienza di Schreiber e inoltre dovendo recitare in inglese (nella versione originale), Matilda De Angelis gli tiene bene testa: non si atteggia a ventenne italiana del neorealismo; impersona un’odierna ventenne (dell’alta società). E’ un anacronismo voluto per esigenze pratiche: inutile spiegare a un’adolescente di oggi la differenza rispetto a un’adolescente di ieri, se già non l’ha capita da sola.
Matrimonio? Sì, come alleanza
La ragazza veneziana è consapevole che non sposerà chi ama, ma chi occorre sposare: per tutta la vita si ama – se lo si ama davvero – solo chi sa restare a distanza. Così nella realtà hanno fatto il reale scrittore (suicida nel 1961) e la reale nobildonna (suicida nel 1983). Ciò a differenza di quanto racconta il film: a voi scoprirne il finale.
Di la dal fiume e tra gl alberi di Paula Ortizz, con Liev Schreiber e Matilda De Angelis, 106′
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