
Il 3 luglio del 1995 se ne andava, impiccandosi, Alex Langer, che era tutto quello che la politica non è più: aperto, rigoroso ma non ideologicamente fermo, studioso curiosissimo e generoso, sempre pronto a discutere, scrivere, dibattere, nello spazio e nella mente: un viaggiatore, e qui bisognerebbe dire leggero perché era il titolo di un suo libro, invece no, era uno che portava i pesi come il San Cristoforo che tanto amava. Il Santo si era stabilito lungo le rive di un fiume difficile da traghettare e usava la sua forza eccezionale per aiutare quelli che non ce la facevano, per questo viene dipinto con un bimbo sulle spalle. Oggi San Cristoforo sta sulle navi delle Ong e aiuta quelli che vogliono attraversare il Mediterraneo o sta a Gaza come medico, ma non ci sono politici come Alex Langer.

Oggi il rigore è vissuto come una rottura di ca, e di viaggiare per conoscere gli altri non se ne parla proprio, anzi, gli altri sono sempre un pericolo. Di leggere non se ne parla, e va bene, uno può scegliere di non conoscere il prossimo per pigrizia, ma scegliere anche di non immaginarlo è pochezza. Io non lo so perché Langer si sia ucciso, se per quello che aveva previsto e poi toccato da vicino nella ex Jugoslavia – quando comincia il post-umano che oggi tutti vivono e pochi vedono – o per un avvilimento interiore e privato, e non voglio saperlo, mi interessa che non vada perduto quello che ha detto, scritto e fatto, indicando una possibilità di vita migliore. Pochi come lui hanno tanto vissuto per gli altri. Per questo lo ricordo, perché mi manca come interlocutore: voleva unire la sinistra e cambiarla, tanto che si propose come “papa straniero” e solo un giornale satirico, “Cuore”, pubblicò il suo appello, a riprova che la sinistra ha sempre preso con leggerezza quelli che dicevano cose vere e idolatrato chi diceva puttanate, scegliendo di emozionarsi e non di ragionare. Oggi che l’Italia si è barricata dentro e ha scelto il peggio e la difesa di questo, oggi che accetta i ricatti di Trump e della Nato e che tutti parlano di guerre con la leggerezza degli ottusi arditi del ventennio, Alex Langer diventa ancora più importante.
E ricordatevi che potete essere il San Cristoforo di molta gente.
Io che sono un esule fiumano non accetto che vengano definiti Ottusi gli arditi che nella 1GM seppero con il loro coraggio essere decisivi in molti combattimenti(per esempio sul M.Grappa) e poi costituirono volontariamente le migliori truppe di G.D’Annunzio durante l’Impresa di Fiume .Poi, riguardo le ONG che “salvano”i migranti nel Mediterraneo finiamola con questa indebita glorificazione:esse sono complici dei moderni schiavisti. Si legga l’ ottimo libro di A. Mannino :” Mare Monstrum” . Zeppo di dati espliciti e non di “prediche buoniste “!
Langer: la sintesi di quel che non mi piace.
Condivido lo sdegno dell’amico Zolia, tuttavia vorrei salvare la figura di Langer che lungi dall’unire la sinistra (come dice in modo inesatto l’articolista) cercò con le liste verdi di superare la dicotomia destra sinistra nel nome della natura e della convivenza.mi permetto di rinviare al mio articolo apparso un anno fa sempre su Barbadillo in cui mi soffermo sul suo pensiero oltre steccati e pregiudizi
Langer fu un visionario, uno che non aveva il senso della realta’. In Alto Adige parlava di” gabbie etniche” da superare, cioe’ gli italiani e quelli di lingua tedesca. Proponeva una sorta di mescolanza etnica nonncapendobche ciascun gruppo vuole preservare la propria identita’. Si’, cisono i mistilingue ma sono minoranza.