
Una immagine del film Albatross di Giulio BaseNel 1981 mi si propose di divenire direttore responsabile di una nascente agenzia di stampa, con sede a Trieste. Compenso: 0. Magari, poi, me ne sarebbero venute benemerenze. O più probabilmente, processi. A scanso dei secondi, avrei voluto, caso mai, esserne un reale direttore, non un “firmaiolo” [tale chi avalla scritti altrui senza vederli]. Proposi quindi che mi si mandassero gli articoli per fax, prima della diffusione, per controllarli. La mia condizione parve inverosimile e il discorso finì lì. Non il rapporto professionale. Gli articoli, specie dal Libano nella guerra civile, di Albatross arrivavano al quotidiano dove lavoravo. Per obiettività. Se li avesse firmati uno della famiglia Gemayel sarebbero stati più imparziali. In un quotidiano che aveva ben altri interessi, si voleva al più una velata simpatia. Molto velata.
Il film – anzi il film-tv – di Giulio Base che uscirà il 3 luglio, conferma che sia il fondatore triestino di Albatross (che scriveva e che non era Grilz, il quale invece fotografava) che io avevamo fatto ciascuno la scelta giusta.
Del resto il personaggio principale del film è Almerigo Grilz (1953-1987), ucciso in Mozambico in una delle ultime guerre del colonialismo (ora ci sono quelle del neocolonialismo). Il film che su di lui Base ha scritto, oltre che diretto, è girato tra Trieste e Foggia, che non somiglia ai posti suggeriti dalle didascalie.
Albatross evoca un passato ormai ignoto ai più, ai quali propone in Grilz (Francesco Centorame) un pre-Calipari che lavorava per la stessa “ditta”, ma ancor meno protetto.
Spiace che Base non abbia avuto più mezzi e che il suo talento non sia ancora quello che si vorrebbe. Albatross ha però reso un omaggio a un caduto. Infatti questi cenotafi filmici sono girati non per fare una buona azione, ma per far capire che, molto presto, si morirà ancora per una patria. Non necessariamente per la propria.
Albatross di Giulio Base, con Francesco Centorame, Michele Favero, Linda Pani, Giancarlo Giannini, Giannapaola Scaffidi, 90′, nelle sale dal 3 luglio