
Il Foglio Internazionale il 16 giugno u.s. pubblica ampi stralci dell’articolo di Charles
Rojzman, “Le crépuscule des nations : Israël, la France et l’effacement des identités” (“Crepuscolo nazionale: Israele, Francia e fine delle identità”).
Le Causeur di Elisabeth Lévy
L’articolo è apparso sul Causeur, la rivista di Elisabeth Lévy. Ciò che si vuole cancellare – è la tesi del socio-psicologo francese – non è solo lo Stato ebraico, ma l’idea stessa di Stato-nazione. Hamas non vuole uno Stato ebraico, ma può benissimo volere uno Stato di Israele svuotato della sua sostanza ebraica, così come l’islamismo può benissimo tollerare una Repubblica francese, a condizione che non sia più la Francia dei francesi, ma uno spazio astratto, aperto, disponibile per lo sviluppo dell’islam. infatti per l’islamismo, come per gli ideologi della globalizzazione, la nazione non ha significato: ciò che conta è l’unità del mondo, l’unificazione sotto una legge, di mercato o divina, ma sempre ostile alle singolarità storiche, ai patrimoni e ai confini.
Per un liberalismo comunitario
E’ quanto ho fatto rilevare anch’io nel saggio Per un liberalismo comunitario. Critica dell’individualismo liberista (Ed. La Vela). Le religioni universali, nate nell’area mediterranea e poi straripate nell’intero pianeta – il cristianesimo e l’islamismo – hanno reso tutti gli uomini eguali in quanto figli di Dio o di Allah. Nella loro visione, le comunità politiche (monarchie assolute, Stati nazionali) sono “sistemazioni provvisorie” del genere umano, tollerate (“Date a Cesare…”) nella misura in cui rispettano la fede e non ostacolano la futura, auspicata, “comunità dei credenti”.
Monarchie come baluardo
A differenza di Rojzman, temo, però, che la partita sia persa, nel momento in cui le buone ragioni, pur avanzate dai critici dell’universalismo, sono ricacciate nell’inferno del tribalismo, del nazionalismo, del sovranismo.
Gli ebrei da duemila anni hanno abitato la Palestina. È a partire dalle tesi sioniste di Herzl, a fini ‘800, che prende corpo l’idea di una patria (o patria-giocattolo per i ricchi ebrei dell’Europa Occidentale, come fu detto). Inizialmente Herzl pensava ad un focolare ebraico ovunque nel mondo, non nei luoghi biblici, storicamente remoti. Fu la decadenza dell’Impero Ottomano ed il favore anglo-americano a far virare il movimento sionista (gli ebrei non parlavano manco più l’ebraico ecclesiastico) verso la Palestina ottomana, ove convivevano pacificamente musulmani, ebrei e cattolici.
Terra, sangue, identità individuale e sociale, libertà, monarchia!!!