
Karl Ludwig Lechler (1899 – 1943), medico, igienista, nella regione del Wüttemberg-Hohenzollern, nella lunga carriera di conferenziere e autore di libri, spiegava la propria visione del mondo con dovizia di particolari scientifici e sociali. A esempio, non ometteva di spiegare la realtà contadina della suddetta regione, definita il “granaio del Land”, senza mancare di fare ripetuti riferimenti a Walther Darré e alle sue teorie. L’editrice Thule Italia di Roma ha pubblicato Il potere del sangue nel divenire dei popoli, ( pagg. 191, euro 28,00) nel quale Lechler offre una lettura sociale, biologica e storica della realtà che in Germania si viveva in quel tempo. Una visione che tiene conto di alcuni fattori non secondari.
Il metodo è quello di interpretare la storia dei popoli in base alle caratteristiche dei luoghi dove vivono ma soprattutto tenendo presente la stirpe, le tradizioni che ne dettano i costumi, le aspirazioni, lo stile di un popolo. Lechler, tenendo conto dei lavori di Ludwig Ferdinand Clauss e Hans F. K. Günther, interpreta la storia dei popoli nordici che si trasferirono dal centro dell’Europa in tutte le direzioni dell’Europa, in particolare stanziandosi nel territorio oggi chiamato Germania. Una storia che copre millenni di vita: dall’uomo preistorico alle migrazioni di popolazioni, dai goti ai popoli del Medioevo, fino al laboratorio che fu l’Europa, attraverso i “flussi di sangue e di popoli della penisola iberica”, ponendo sotto il microscopio le origini delle genti, il periodo visigoto e il dominio arabo, per giungere, alla fine, alla Reconquista.