
Stamane alle 10 a Pavia, chiesa di San Francesco d’Assisi, via Cairoli 2, funerale di Luisa Airoldi, moglie di Giacomo, editore e direttore della rassegna stampa del Circolo 13 gennaio di Castellanza. Fin dagli albori Airoldi ha dato ampio spazio a barbadillo.it.Abbiamo chiesto a Maurizio Cabona, collega e amico di Airoldi, un ricordo di un’unione di quasi mezzo secolo.
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“E’ stata l’università a far conoscere Luisa e Giacomo, in particolare le lezioni del professore e aviatore Vittorio Beonio Brocchieri: Luisa era di Pavia, Giacomo di Castellanza (Va).
“Se fu l’ateneo a farli incontrare, è stato il giornalismo a permetterne le nozze. Giacomo non aveva ancora un lavoro. Gliene indicai uno: via De Sanctis, quartìere ticinese, accanto all’imbocco dell’autostrada per Genova.
“In un Paese di raccomandati, Giacomo fu assunto per non esserlo stato. Se infatti avessi detto che era mio amico, il senatore Giorgio Pisanò non lo avrebbe assunto. Il mio sodalizio col senatore fu del resto breve e tempestoso. Poco più di un anno, molto lungo da passare perché lo stipendio arrivava agli altri, ma a me arrivava sempre dopo agli altri. Se arrivava…
“Giacomo e Luisa si sposarono nel luglio 1979. Erano innamorati, in un’epoca nella quale non si usava più molto esserlo. Li osservai dalla Svizzera, dove mi ero trovata un’analoga occupazione, ma che ogni mese veniva onorata in valuta pregiata. La Svizzera affascinava gli italiani ricchi, spaventava quelli poveri.
“Nato in provincia di Varese, Giacomo optò subito per la Pavia di Luisa. Tornando a Genova quando potevo, per me Pavia era un cartello sull’autostrada. Ma sapevo che per loro era un nido.
Bianco e nero contro colori
“A dividere le nostre strade, non il nostro affetto, fu la tv privata: io avevo smesso di guardare la Rai all’avvento del colore, Giacomo si incantò delle tv private all’avvento del colore… Io lavorai poi per Il Giornale, “matrimonio” di magro interesse e reciproca diffidenza; Giacomo trovò nella stampa tv un habitat naturale, diventò un direttore di settimanali people e infine approdò a “Striscia la notizia”.
L’appartamento-oasi
“Luisa si è rivelata perfetta compagna di Giacomo, dandogli figlie che avrebbero dato nipotine. Difficile trovare coppia più affiatata. Restavano o partivano, ma sempre insieme. Somiglianti fin dagli inizi, divennero un’endiadi. Lei, agraria di origine, aveva i piedi per terra. Organizzò il suo appartamento, pieno di begli oggetti, come un’oasi di libri e di film che piacevano a Giacomo.
L’Inter per sempre
“Giacomo tifava Inter e credo che lei ne condividesse, se non il tifo, gioie e dolori. Visti da me, genoano, direi che fossero molto più le gioie (sportive) che i dolori.Eravamo e siamo rimasti Giacomo e io uniti su dimensioni diverse, in città diverse, con ambizioni diverse, con uguali nemici, ma con amici sempre meno coincidenti.
“Ricordo con nostalgia le cene di solstizio a Castellanza o in altri piccoli centri del Ticino. Amici arrivavano da mezza Lombardia e qualcuno anche da Genova. Giacomo aveva infatti ereditato il piccolo grande amore del Circolo 13 gennaio (1976), data che non era il suo compleanno, ma alludeva al congresso di partito che doveva cambiare tutto, ma non cambiò nulla.
Franco Bianchi, alias Morgan
“Alle idee di Giacomo, Luisa offriva una camera di compensazione. Probabilmente, con dolcezza, gli indicava che quello della politica è il lastrico dell’inferno. Luisa e Giacomo sono stati una famiglia che si univa, mentre le altre semplicemente coabitavano, Paradossalmente loro due sono stati l’esatto opposto della coppia adulterina di “Buonasera, dottore”, canzone che Claudia Mori aveva imposto nel 1975 in coppia con un anonimo parlante, che era Franco Bianchi (alias Morgan), di Giacomo “fratello maggiore”, riferimento politico.
“Luisa e Giacomo hanno avuto affiatamento nella diversità, calma nelle tempeste, solidarietà fino alla fine.
Mi spiace molto. Condoglianze sincere. R.I.P.