
La vivibilità delle città, gli esempi di rigenerazione urbana finalizzata a garantire una “città ereditabile” attraverso una maggiore cura della città sono al centro del dibattito contemporaneo di sociologi della città, di urbanisti, architetti, sindaci, imprenditori, costruttori, professionisti, che mettono al centro delle loro riflessioni la vivibillità delle città degli anni Duemila. Infatti, dal 5 all’8 giugno a Frascati, nella Villa Falconieri e nelle scuderie Aldobrandini, si è tenuto un convegno internazionale di studi cui hanno partecipato alcuni fra i massimi specialisti di queste tematiche provenienti da tutte le parti del mondo. Il convegno, organizzato dall’Accademia Vivarium Novum, è il secondo di vari incontri su architettura e spazio urbano nel quale si svolge il vivere civile. Sono stati illustrati criteri urbanistici, architettonici e anche di arredo urbano che si coniugano al meglio con le esigenze materiali e spirituali dell’uomo in linea con le esigenze quotidiane.
La modernità ha ridisegnato i luoghi del vivere secondo modalità non in linea con la vivibilità e la dimensione umana, di fatto introducendo nuovi canoni e modalità culturali ed estetiche differenti da quelle che per secoli hanno tenuto in vista soprattutto la configurazione organica della dimensione umana. Il risultato? Nella geografia citttadina si sono creati spazi urbani invivibili, luoghi extracittadini che non erano coniugabili con le tradizioni dei posti e delle esigenze del vivere umano, dei patrimoni artistici, non facilitando la socialità delle comunità, la vivibilità in senso stretto. Nell’incontro di Frascati sono emerse indicazioni sul rinnovamento delle pratiche urbanistiche, artistiche e architettoniche per favorire la naturale predisposizione verso la bellezza, l’equilibrio, perseguendo un’idea di continuità con i paesaggi naturali e culturali consolidati attraverso i secoli. Finalmente, al di là dei paesaggi ipermoderni si è cominciato a dibattere e a discutere su una visione olistica e complementare dell’architettura e del verde con la forma della città e l’equibrio fra quartieri e arredo urbano. (MT)