
Già altre volte ho scritto sull’attentato terroristico di Via Rasella, a Roma, organizzato dai resistenti dei Gap, che costarono la morte a una trentina di giovani “innocenti” (Norberto Bobbio) suditirolesi, che, pur estranei all’olocausto, facevano parte delle truppe di occupazione del più implacabile nemico della civiltà europea, il Terzo Reich. Sull’episodio – basta collegarsi a Internet – c’è un dibattito destinato a non chiudersi mai.
“Dolorosa necessità?”
Storici, filosofi, politici, giornalisti come Marco Pannella, Norberto Bobbio, Indro Montanelli, Domenico Settembrini avanzarono forti riserve sulla “dolorosa necessità” di quel gesto; altri, come gli autori dell’attentato, da Giorgio Amendola a Carla Capponi, e i loro difensori, da Giorgio Bocca a Franco Fortini, ne difesero l’assoluta legittimità.
Ci si trova dinanzi a uno di quei dilemmi etici che segnano la tragicità della condizione umana: il dover scegliere tra valori incompatibili. Una scelta che non si può eludere, illudendosi che sia tra il Bene e il Male. Certo sarebbe comodo potersi pronunciare ogni volta a favore di Dio e contro Satana, ma la condizione umana – il kantiano ‘legno storto’ di cui siamo fatti – non ce lo consente.
Il dovere dell’oggettività
Lo storico, che non voglia farsi partigiano dell’una o dell’altra parte, ha, però, il dovere
dell’oggettività – è la grande lezione di Renzo De Felice, biografo di Mussolini! Non può raccontare i fatti, accettando supinamente la versione datane dai protagonisti, Per questo mi ha sconcertato il documentario sulle Fosse ardeatine andato in onda martedì 3 giugno su Rai Storia.
Storici a me ignoti hanno esaltato l’attentato, che portò alla feroce repressione delle Fosse Ardeatine, come un atto eroico – e fin qui nulla da dire – ma aggiungendo che a condannarlo furono solo le destre.
“I fatti sono divini”
Eh no, le interpretazioni sono tutte opinabili ma i fatti, come dicevano gli antichi, ”sono divini”. Ed è un fatto che quell’attentato, ancora oggi, suscita in una parte dell’opinione pubblica pensante, motivate perplessità. Si può anche ritenerle ingiustificate ma non è lecito occultarle.
Nella Repubblica democratica non c’è un Minculpop che distribuisce veline a professori, giornalisti e documentaristi.” Or non è più quel tempo e quell’età”! (da Il Giornale della Liguria e del Piemonte)
*Professore Emerito di Storia delle dottrine politiche. Università di Genova
Emilio Pucci di Barsento (amico di Edda Ciano e poi famoso modista) restituí al Presidente Pertini la sua Medaglia al Valore Militare quando Bentivegna benne insignito di un’alta onorificenza.
Certamente se si è onesti intellettualmente nasconderle no. E quindi è legittimo porsi dubbi sulla necessità di quell’ atto. Quanto a Rai Storia, mi pare che da anni , se non sbaglio, a dettar legge , vi sia Paolo Mieli. Nulla contro, forse diversificare sì
Inutile militarmente, attentato solo cinicamente utile alle sinistre per la propaganda, in chiave futura antigermanica (ricerca della vittimizzazione pseudo catartica), e per stabilire in Italia il predominio nella ‘guerra sporca’.
Fossi stato Cordero di Montezemolo avrei salvato la pellaccia e denunciato a Kappler tutti i comunisti che aspiravano solo a far fucilare nella rappresaglia gli antifascisti non comunisti… Infatti non ci fu una sola vittima comunista alle Ardeatine!