Il ricordo (di M.Veneziani). Ci mancherà il garbo signorile di Giuseppe Del Ninno
Gentiluomo d’antico stampo aveva partecipato all’avventura intellettuale della Nuova Destra in Italia, di cui era il volto affabile, amichevole e conciliante, senza steccati
Giuseppe del Ninno era un napoletano signorile con cui era impossibile litigare o anche solo dissentire. Gentiluomo d’antico stampo aveva partecipato all’avventura intellettuale della Nuova Destra in Italia, di cui era il volto affabile, amichevole e conciliante, senza steccati. I legami affettivi, come ha poi dimostrato nella sua vita e nel suo eterno legame con Patrizia, sua moglie, avevano per lui la preminenza sulle divergenze intellettuali e i dissapori competitivi. Insieme avevano fondato una bellissima famiglia.
Appassionato scrittore di cinema, raffinato cultore di autori e filoni non conformisti, era amabile trascorrere con lui serate a cena; casa sua era da sempre aperta agli amici. Il suo tono di voce ricordava in modo impressionante quello di Eugenio Scalfari e la barba sembrava rimarcarne la somiglianza. Ci vedevamo di rado, ormai, ma intatto restava il legame d’amicizia di sempre. Con Giuseppe si allontana, improvvisamente, un altro pezzo della nostra vita e si assottiglia la minuscola comunità di intelligenze scomode, a se stesse prima che al mondo.
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