Humphrey Bogart e Lauren Bacall a Portofino in una pausa delle riprese della “Contessa scalza” di Joseph Mankiewicz (Foto di Francesco Leoni)
Francesco Leoni è stato un simbolo del giornalismo a Genova a partire dal dopoguerra. Sport, spettacolo, cronaca, oggi diventati storia, recano i suoi scatti lungo la seconda metà del ‘900. Bambino, compagno di classe della figlia Paola, lo vedevo venire ogni volta che poteva a prenderla alla fine delle lezioni e poi, a metà giugno, a fare il suo lavoro di fotografo al saggio ginnico di fine anno, cui interveniva immancabilmente il cardinale Giuseppe Siri.
Scatti da goal al “Ferraris”
Dalla gradinata nord dello stadio Luigi Ferraris lo riconoscevo tra i suoi colleghi che si appostavano dietro le reti dei portieri. Genova non ha dimenticato Leoni e la traccia che le sue immagini hanno lasciato nella memoria cittadina. Fino al 29 giugno resterà aperta l’esposizione che Portofino gli dedica.
Da Greta Garbo a John Wayne
Sono attori e registi del grande schermo immortalati tra un ciak e l’altro nei suggestivi paesaggi della Liguria. Il pubblico potrà ammirare un totale di 35 pannelli di diverse dimensioni.
Ci sono ritratti di Marlon Brando a Genova nel 1954, Rex Harrison nel 1962, Tony Curtis nel 1955, Orson Welles e Paola Mori nel 1957. E poi Totò e la sua compagna, Franca Faldini, a Santa Margherita Ligure nel 1955, la svedese Greta Garbo a Portofino nel 1953. E ancora John Wayne nel 1956, la svedese Ingrid Bergman nel 1952, la cecoslovacca Hedy Lamarr nel 1953, Raymond Burr (interprete della serie tv Perry Mason) nel 1962, Gregory Peck nel 1961. Senza dimenticare Jayne Mansfield nel 1963, Vittorio De Sica a Camogli nel 1958, gli inglesi Elizabeth Taylor ed Eddie Fisher a Portofino nel 1959, oltre a Marcello Mastroianni e alla francese Michèle Morgan nel 1958, che a Paraggi girarono l’episodio più riuscito di Raccontid’estate di Gianni Franciolini, regista che nel 1960 avrebbe filmato le Olimpiadi di Roma.
Hollywood, New York, Genova
Erano Genova e dintorni meta per gli esterni di alcuni film, ma anche perché il transatlantico era ancora di largo uso rispetto all’aereo. Si sbarcava a Genova e si proseguiva in treno per il Festival di Cannes o la Mostra di Venezia. L’Italia di allora non era ancora solo Roma o Milano.
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