
“Seta e astuzia” è un’opera intensa e simbolica del grande scrittore giapponese Yukio Mishima, che intreccia riflessione sociale, introspezione psicologica e tensioni politico-morali nella cornice del Giappone del secondo dopoguerra. Il romanzo, che risale alla metà degli anni ’60, ruota attorno a uno sciopero in una fabbrica tessile, evento che fa emergere le fratture insanabili tra il vecchio ordine paternalistico nipponico e le nuove aspirazioni della classe operaia.
Al centro della narrazione c’è il signor Komazawa, proprietario di una delle più grandi industrie tessili del Paese. Uomo autoritario e ancorato ad una visione premoderna del potere, si scontra con Otsuki, giovane e idealista leader sindacale. Il conflitto tra i due è il motore del racconto, ma Mishima lo eleva al rango di scontro esistenziale: da una parte il corpo in disfacimento del vecchio Giappone, dall’altra un’umanità giovane, forse ingenua, ma animata da un senso di giustizia.
Accanto alla dimensione politica e sociale, “Seta e astuzia” si tuffa tanto nella psiche quanto nei corpi dei personaggi. Non mancano le figure femminili — Hiroko, moglie di Otsuki, e Fusaé, donna austera legata al mondo della fabbrica — che nell’equilibrio della narrazione sono tutt’altro che comprimarie, bensì vere e proprie chiavi di lettura emotive e simboliche del romanzo. Il desiderio, la malattia, la dedizione, la solitudine: ogni aspetto della loro esistenza riflette la complessità di un Giappone che cambia. Forse troppo rapidamente.
Il titolo stesso — tradotto da Idrovolante Edizioni in italiano come “Seta e astuzia” — rimanda ad una dualità centrale nel testo: la seta come simbolo del lavoro, della delicatezza e della sensualità; l’astuzia come capacità di vedere oltre le apparenze, penetrare nel dolore del presente e intuire un futuro possibile. In questo senso, Mishima si dimostra, ancora una volta, un acuto osservatore delle tensioni invisibili tra struttura sociale e pulsioni intime.
Pubblicato originariamente a puntate nel 1964 sulla rivista “Gunzo” “Seta e astuzia” è un romanzo di passaggio nella produzione letteraria di Mishima. Se da un lato conserva molte delle ossessioni tipiche dell’autore — il corpo, il potere, la morte, la bellezza — dall’altro mostra una sua quasi inedita attenzione verso i meccanismi della lotta di classe, della dialettica sindacale, della vita quotidiana del Giappone in trasformazione.
Il linguaggio è raffinato, talvolta lirico, con momenti di autentico splendore descrittivo che si alternano a passaggi quasi documentaristici. Mishima riesce a restituire la tensione e il disagio senza indulgere nel sentimentalismo, e affronta il tema del cambiamento sociale con uno sguardo che non è mai didascalico, bensì profondamente umano. Una delle qualità più notevoli del romanzo è la sua capacità di non offrire risposte semplici: né Komazawa né Otsuki sono eroi o carnefici a tutto tondo. Il primo, pur rappresentando un mondo retrivo, appare a tratti vulnerabile e persino tragico; il secondo, pur mosso da nobili intenti, si rivela spesso ingenuo o manipolabile. È questa ambiguità morale a rendere “Seta e astuzia” un romanzo vivo e attuale.A proposito di “astuzia”, quella evocata nel titolo non è solo riferita ai personaggi, ma anche al lettore, chiamato a cogliere i segnali sotto la superficie degli eventi. È un invito a leggere il presente con occhi nuovi, a non fidarsi delle narrazioni dominanti, a cercare — nella fragilità del corpo e nei moti del cuore — una bussola alternativa per orientarsi nel mondo.
Anche per questo, forse, “Seta e astuzia” è uno dei romanzi meno noti (ma più affascinanti) di Yukio Mishima, snobbato per decenni dalle grandi case editrici italiane. Con la sua narrazione stratificata, le sue atmosfere dense e i suoi personaggi memorabili, rappresenta una tappa importante nella riflessione dell’autore sul Giappone moderno. Un libro che parla di corpi e idee, di padroni e operai, ma soprattutto di dignità e visione. Oggi più che mai, un’opera da (ri)scoprire.
Seta e astuzia di Yukio Mishima (Idrovolante Edizioni, pp. 320, euro 20, Roma 2025), acquistabile qui