
Come le mezze stagioni, le opposizioni non ci sono più. Nelle “democrazie a norma’”, per la guida del governo competevano conservatori e laburisti, democratici e repubblicani, gollisti e socialisti. Decidevano le urne a quale partito dovesse affidarsi il timone del comando per il periodo fissato dalla legge.
Un governo laburista – come quello succeduto a Winston Churchill nell’immediato secondo dopoguerra – per quanto audace con le sue misure sociali, non sembrava una minaccia per le libertà civili e politiche del Paese; né lo sembrava un governo – come quello di Margaret Thatcher – inteso a smantellare un troppo costoso Welfare.
Elettori come massa damnationis
Sembra una stagione storica ormai remota. Grazie alla retorica antifascista – in lotta mortale col populismo, col nazionalismo, col sovranismo etc. – oltre il 40% degli elettori, che si riconoscono nei valori del “mondo di ieri”, diventano una massa damnationis intorno alla quale erigere un muro sanitario, in modo che non possano condizionare la politica interna ed estera degli Stati. In tal modo, liberali classici e sinistre d’antan finiscono per trovarsi uniti, in nome della resistenza alla nuova barbarie che minaccia l’Occidente.
Intendiamoci, nei movimenti e nei programmi populisti si possono ben trovare strategie interne e internazionali che non piacciono al lettore di John Stuart Mill o di Alexis de Tocqueville, sennonché i valori degli ‘altri’ – se non ledono i principi costituzionali – hanno la stessa legittimità e rispettabilità dei “nostri”.
“Benedizioni” da globalizzazione
Porre un freno all’immigrazione, reintrodurre nella scuola il merito e la competenza, difendere le imprese nazionali dalla concorrenza di economie che hanno costi più bassi grazie allo sfruttamento del lavoro, può essere sbagliato, può vanificare le “benedizioni della globalizzazione”, ma sono tutte cose che, una volta, erano parte dei programmi della destra parlamentare.
Se solo il “politicamente corretto” ha diritto di parola e di rappresentanza (effettiva), è la fine della democrazia pluralista: il destino dei popoli viene affidato a un Comitato di Salute pubblica che, sovranamente, decreterà iriti e nulli i voti di quanti non sono ancora maturi per la cittadinanza. Che l’Italia faccia eccezione è un fatto: ma fino a quando può durare?
*Professore emerito di Storia delle dottrine politiche all’Università di Genova
Certo, fino a quando può durare? In Europa l’ Italia è un’ eccezione e ciò dà piuttosto fastidio, vedi immigrazione e Albania e i nostri cari giudici italiani