
Al tempo del nuovo Papa Leone XIV, è utile riscoprire la storia di Sant’Agostino, uno dei padri della Chiesa. ***
Agostino nasce a Tagaste, Numidia, nel 354. Giovanissimo si abbandona a vita sregolata: “… io, infelice pecorella sviata dal tuo gregge… mi infettassi di brutta scabbia.” Partecipa a spettacoli teatrali lubrici. A 18 anni è a Cartagine, si accasa con una concubina: “convivevo con una donna, scovata da un fuoco inquieto ed imprudente.” Ha un figlio, Deodato, che morirà a 17 anni. “Ben presto Tu lo togliesti da questo mondo,” scriverà. Agostino diventa uditore della setta dei Manichei.
Nel 384 è a Roma e ottiene l’insegnamento della retorica a Milano, sede della corte imperiale. Conosce Sant’Ambrogio e segue i suoi discorsi. Sta progettando il matrimonio ma le lettere di san Paolo mettono in subbuglio il suo spirito: “Venite a me voi tutti, o travagliati!” Tolle lege, prendi e leggi! Le orazioni operano in lui la conversione e rinuncia all’unione. “Va’, vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri, poi vieni e seguimi,” legge nel Vangelo. Nella notte pasquale del 387 riceve il battesimo da sant’Ambrogio insieme al figlio: “nato dalla mia colpa carnale.” Si rimprovera perché non è stato concepito nel matrimonio.
Nel 387 a Ostia muore la madre Monica, diventerà la santa Monica del 4 maggio.“ Il figlio è afflitto da tristezza ma più avanti scriverà il monito di Dio: “non piangeresti se mi amassi!
Ritorna a Tagaste e fonda un monastero. Per acclamazione di popolo riceve il sacerdozio, conferito dal Vescovo Valerio, continua a risiedere nel monastero. Dedica alcuni anni allo studio e a contrastare i Manichei e i Donatisti. I primi seguaci della dottrina del persiano Mani, i secondi del Donato di Casae Nigrae. Il manicheismo è una religione dualistica nella quale coesistono il bene e il male, la luce e le tenebre. Per il Cristianesimo invece il bene è il principio di tutto e il male è provocato dalla scelta dell’uomo, non è creazione di Dio. Il donatismo, per questo la Chiesa doveva essere intransigente nei confronti dello stato. I sacramenti erano validi solo se somministrati da ministri puri e senza contatti con le autorità civili. Chi toccava i governativi era considerato contaminato e definito traditore. Agostino invece affermava che Cristo opera tramite il sacerdote indipendentemente dalla qualità di questo.
Nel 396 Agostino è consacrato vescovo, scrive le Confessioni. Partecipa al IV Concilio di Cartagine contro la dottrina eretica del monaco Pelagio. Questi affermava che l’uomo non è macchiato dal peccato originale e può raggiungere la salvezza con la sua volontà, invece per Agostino e i cristiani è un dono di Dio. Il pelagianesimo offriva la libertà all’uomo.
Il 28 agosto del 430 Agostino muore. Per lui: “la morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come se fossi nascosto nella stanza accanto.” I Vandali stanno assediando Ippona e il suo corpo, per salvarlo da profanazioni, viene portato in Sardegna. Da qui Liutprando, re dei Longobardi, lo trasloca a Pavia dove riposa nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro. Dal 1365 lo onora una celebre Arca monumentale, scultura gotica in marmo. Non esiste un decreto di canonizzazione ma è stato venerato come santo dopo la sua morte.
Il teologo Harnack: “la Provvidenza ha ritardato la caduta dell’Impero Romano d’Occidente di alcuni decenni per dar modo ad Agostino di sviluppare il suo pensiero.”
Agostino ha effettuato la fusione tra tradizione ebraica e filosofia greca. Per lui la fede e la ragione non sono in lotta tra loro, sono unite nella ricerca della verità. Concepisce Dio come l’essere supremo, creatore di tutte le cose dal nulla.
Il tempo è una creatura creata da Dio che è nella memoria (passato), nell’impegno (presente), nell’aspettativa (futuro). Il tempo non è ricorrente, è una strada diritta che ha per traguardo la salvezza eterna. Il male, come già detto, è da imputarsi all’uso sbagliato del libero arbitrio, sia dagli uomini che dagli angeli.
Nell’anima umana immortale Agostino vi scorge la struttura della Trinità divina: memoria, intelligenza, volontà. Raffigura la storia come lo scontro tra la Città Terrena, che ama se stessa, e la Città di Dio, che ama Dio. Le due città convivono ma alla fine dei tempi ci sarà la salvezza per i cittadini della Città di Dio e la dannazione per i cittadini della Città Terrena.
Agostino, l’amore nasce da una fame interiore. “La misura dell’amore è amare senza misura.” Amore senza limite! “Ama e fa’ ciò che vuoi!” Ma aggiunge: tacere per amore, parlare per amore. Amore non è melassa ma radice del bene, senza equivoci. Pascal: “Il Dio dei cristiani è un Dio d’amore.”
Per Agostino la vita è un pellegrinaggio intellettuale e spirituale e la carità deve infierire, saevire!
L’opera di Agostino ha fissato i tratti definitivi del cristianesimo. In filosofia la corrente spiritualistica e idealistica si rifanno a lui. Importante è il suo modo di vedere la vita e la collocazione dell’uomo nella società. Una creatura fragile, destinata a vivere in comunità, non isolato. Nelle tensioni delle forze spirituali della Chiesa Cattolica Romana c’è tuttora un sant’Agostino vivo! E chi vuol comprendere come è nata la cultura occidentale deve rivolgersi a lui.
Sant’Agostino ha un grande seguito e ha dato origine all’Ordine di sant’Agostino, frati mendicanti. L’Ordine lo fonda Papa Innocenzo IV nel 1244 unendo alcuni gruppi di eremiti, sarà chiamata piccola unione. Viene confermato nel 1256 da Papa Alessandro IV, questa la grande unione. La figura del motto: un giglio e un cuore trafitto su libro chiuso. La frase: In illo uno unum, siamo una sola cosa (in Cristo). La divisa è una tonaca nera con cappuccio, sulla schiena la sigla O.S.A.
La regola: non c’è vera santità senza comunità, senza trasformazione interiore e senza carità attiva. La santità si realizza aprendosi agli altri, vivendo con gli altri. L’Ordine ha quattro gradi. Il primo è costituito dai frati, il secondo dalle monache contemplative, il terzo da fratelli e sorelle della penitenza, il quarto dai cinturati. Questi sono laici cattolici che imitano sant’Agostino e vivono la carità agostiniana nel mondo. L’Ordine Agostiniano è missionario e come tale ha diffuso il Vangelo in tutti i continenti. Papa Leone XIV appena eletto ha fatto suoi lo stemma e il motto di sant’Agostino.