
Una volta i censori avevano un nome e un volto. O si nascondevano dietro pseudonimi o titoli universitari: “Sono il professor Tal dei Tali, cattedra all’università di Napoli, e chiedo al suo direttore di rimuovere questo blog” (apparso su Il Giornale), tutto in blocco, per il fatto che mi interessavo al Metodo Di Bella, terapia bocciata dallo Stato italiano nel 1998 e ancora con un vasto seguito di malati).
Il direttore de Il Giornale accolse la mia replica e cioè che scrivessi: “Gentile professor Tal dei Tali, le chiedo cortesemente di elencare i punti imprecisi, in modo da correggerli e/o confrontare con lei le altrui posizioni”. Ero contenta di aprire un dibattito, avrei atteso le critiche, le avrei inviate al dottor Di Bella, avrei appreso, avremmo imparato di più tutti. Ma il professor Tal dei Tali non rispose più.
Argomenti tabù
Pareva curioso, all’epoca, fra il 2011 e il 2014, che vi fossero argomenti tabù. Che non si dovesse nemmeno nominare un medico che è stato anche professore e ricercatore, e che si è speso nei decenni per trovare farmaci che fermassero i tumori, per aiutare i malati.
Nessun parli
Perché la questione era: il Metodo Di Bella non ha avuto il bollino dello Stato, non ha superato la sperimentazione. Non fa parte dei Protocolli ufficiali. Perciò nessuno parli più della sua terapia. Il solo nome potrebbe indurre in tentazione i malati che potrebbero avere il desiderio di provarlo (soprattutto se con i Protocolli ufficiali hanno avuto qualche problema). E le istituzioni sanitarie devono invece “vigilare” che noi non si finisca nelle grinfie dei ciarlatani, che non si abbia l’ardire di spendere il denaro in terapie farlocche, perché la vera libertà non è quella di farsi del male (però poi possiamo indebitarci, giocando d’azzardo).
A poco a poco le abbiamo sentite tutte, compresa quella che i figli non sono dei genitori, ma dello Stato, quando madri e padri di bimbi malati, su cui le terapie non hanno avuto effetto, provano un’altra strada.
Morfina sì, terapia alternativa no
Così nel 2025, in Italia, accade che, per un accompagnamento in ospedale (dosi di morfina fino a morire), si trovi chi lo conceda, senza rischiare denunce o di finire sui giornali. Invece, se si vuole provare una terapia alternativa, si ha solo da battagliare, con tanto di gogna pubblica, come accaduto ai genitori della sfortunata Eleonora Bottaro.
Se vogliamo mettere la questione sul piano scientifico, oltre che su quello del buon senso, bisognerebbe prima dimostrare che i Protocolli ufficiali salvano le vite dal cancro sempre e comunque, ma non è così, non lo è mai stato. Con che responsabilità allora ci permettiamo di interferire col Piano B scelto da un paziente in grado di intendere e volere? Perché la morfina sì e il Metodo Di Bella – a proprie spese, peraltro – no
Da Tal dei Tali all’A.I.
Così il gruppo Facebook “Metodo di Bella, di cancro si può guarire” aperto 15 anni fa e con un seguito di 45mila iscritti, è stato rimosso dall’oggi al domani. Non è stato cancellato un solo post o una fotografia: no, è sparito tutto in blocco.
Quindici anni di discussioni, di studi pubblicati, di storie di remissioni di malattia e di addii. Per quale motivo?
“È sparito tutto dopo la pubblicazione di una testimonianza. Una paziente ha raccontato di aver acquistato un farmaco a un prezzo più basso in Slovenia, aveva ovviamente la ricetta. Non vendeva nulla, era tutto regolare – hanno riferito gli amministratori – Le regole del social sono diventate sempre più opprimenti, ma, visto che non è stata bloccata solo quella discussione e visto che sono state centinaia le richieste degli utenti di ripristinare il forum, sospettiamo che non sia stato l’algoritmo, ma qualcuno che intenzionalmente si è dato da fare per eliminare il nostro gruppo da Facebook”.
Pornografi? Perfetto
Che aggiungere? Che il gruppo si è riformato: al momento ha 3.800 iscritti. Si chiama “In cura col Metodo Di Bella”. E che il vecchio indirizzo, quello scomparso, è stato “parassitato” da una società che lucra sulla pornografia. Tutto normale? Visto che le segnalazioni non hanno avuto effetto, per Facebook sì, è tutto normale.
*Dal blog di Gioia Locati