
Già autore dei pionieristici Gli stregoni della notizia e Il sistema (in)visibile, Marcello Foa torna a esplorare con La società del ricatto (Guerini) i meccanismi nascosti del potere: manipolazione dell’informazione, strategia del controllo, dominio tecnocratico delle élite mettono a rischio la democrazia, o quel che ne rimane.
Foa sviluppa una lettura lucida e disillusa del potere contemporaneo, fondato non più sulla forza, ma, appunto, sul ricatto psicologico, economico e informativo. Viviamo in una società che ricatta il cittadino non solo con strumenti repressivi, ma anche con l’ingegneria della paura, la minaccia permanente, l’induzione all’autosorveglianza.
Reti di influenza
Foa individua un cambiamento di paradigma nell’esercizio del potere globale dopo la fine della Guerra Fredda: il controllo non avviene più tramite il bipolarismo militare, ma attraverso un’infrastruttura fatta di reti di influenza, think-tank, organismi sovranazionali e lobby industriali e finanziarie.
Il nuovo potere si esercita attraverso crisi, emergenze e narrazioni strategiche. Eventi apparentemente eterogenei – scandali finanziari, minacce sanitarie, guerre umanitarie, campagne mediatiche – rientrano in una logica programmata e funzionale al mantenimento del dominio dell’establishment. Istituzioni sovranazionali (Fmi, Banca mondiale, Oms) condizionano le scelte dei governi democratici, non con l’imposizione diretta, ma tramite ricatti economici e pressioni morali.
L’egemonia narrativa
L’uomo impaurito cerca sicurezza a costo della libertà. In una società della paura indotta, il cittadino delega il potere a chi si propone come “protettore” – spesso lo stesso soggetto che ha generato l’emergenza.
Foa approfondisce un concetto che potremmo definire egemonia narrativa: non importa che cosa succede, ma come viene raccontato. I media non solo selezionano le notizie, ma creano il frame entro cui i fatti acquistano (o perdono) significato.
Vero e falso? Intercambiabili
La società del ricatto è anche una società dell’immagine e dell’occultamento, dove il vero e il falso diventano intercambiabili, a seconda della funzione che devono svolgere.
Foa propone una chiave di lettura per orientarsi nel caos del presente: una sintesi, in cui l’elemento culturale e antropologico si fa centrale. Una diagnosi sistemica che invita il lettore a diventare consapevole della manipolazione e a difendersi attraverso il pensiero critico, il dubbio, il confronto diretto. È un messaggio etico, prima ancora che politico.
Come diceva Orwell…
Un aforisma attribuito a Orwell recita: “In tempi di menzogna universale, dire la verità è un atto rivoluzionario”. In questa frase si condensa forse il cuore di tutta l’opera di Foa: la verità come atto di resistenza, gesto di libertà intellettuale in un mondo che tende a uniformare, rassicurare, sedurre.