Il tempo è un galantuomo. La Storia affiora anche per chi preferisce la leggenda. Re Charles III d’Inghilterra ha constatato pochi giorni fa proprio a Roma una verità italiana incontrovertibile: Giuseppe Garibaldi non era solo; i Mille non erano mille; Il Regno delle due Sicilie era invaso dal Regno di Sardegna (i Piemontesi, insomma).
Ecco quanto ha detto il sovrano inglese davanti al Parlamento italiano. Non ha rivelato nulla, ma perché proprio una personalità del suo calibro ha dovuto umiliare così il Paese nel quale, dall’infanzia, ha trascorso tante vacanze e che gli è tuttora caro?
Trattato di pace del 1947: scadenza mai?
Si può dedurne che, se ha letto ciò che ha letto ai parlamentari italiani, è stato perché quel richiamo storico era un richiamo politico alla sovranità limitata dell’Italia rispetto al Regno Unito: limitata dal 1861, ribadita dall’armistizio del 1943 e dal trattato di pace – non pubblico in tutte le sue clausole – del 1947.
Prologo: la guerra di Crimea
“Due navi inglesi – ha precisato il sovrano del Regno Unito – vegliavano durante lo sbarco a Marsala” nel maggio 1860. Pronte, cioè, a intervenire. Ricordiamo che, insieme agli inglesi, pronti erano anche i francesi. Entrambe le nazioni, alleate nella guerra di Crimea del 1854-57, coi Savoia, contro i russi, volevano spazzare via i Borbone da Napoli per avere il predominio del Mediterraneo, vista la progettata apertura (1869) del Canale di Suez .
Savoia, quanti debiti…
Bisognava dunque creare uno Stato vassallo, affidato facilmente a chi lo controllasse: i Savoia, pieni di debiti.
Re Carlo III ha continuato: “Molti degli eroi del Risorgimento, tra cui Cavour e Mazzini, trascorsero del tempo nel Regno Unito”. Lì furono formati, indottrinati e incatenati al volere inglese.
Mazzini agente inglese
Presentando nel 1988 a Milano la sua biografia Mazzini, Denis Mack Smith rispose a Indro Montanelli: “Sì, Mazzini era un agente inglese”. Lo storico Giovanni Spadolini, che era lì, saggiamente tacque.
Infine ecco altre parole di Carlo III: “Quando Garibaldi visitò Londra nel 1864, per ringraziare il popolo britannico del sostegno ricevuto, scoppiò una vera e propria Garibaldimania, con mezzo milione di persone accorse a salutare, fino alla creazione di un biscotto-omaggio ancora diffusissimo”.
Lucidità di Dostoevskij
Garibaldi e l’Italia, quindi, erano fedeli e riconoscenti a tal punto da recarsi a Londra per ringraziare l’Inghilterra. Fjodor Dostoevskij notò che era così nato “un piccolo regno di second’ordine, soddisfatto della sua unità, che non significa letteralmente nulla. Un’unità meccanica e non spirituale e per di più pieno di debiti non pagati e soprattutto soddisfatto del suo essere un regno di second’ordine”.
Mi sembra che l’Italia non si accontentasse di essere un regno di second’ordine, viste le enormi spese militari del Regno e le sue aspirazioni coloniali. Inoltre, i Savoia tennero una politica estera abbastanza autonoma, visto che aderirono alla Triplice. Certo, vi fu sempre uno stretto legame con la Gran Bretagna, che s’interruppe solo il 10 giugno, con le conseguenze che sappiamo. Molti dei nostri guai comunque derivarono da quello squallido ministro inglese che fu Eden, preconcetto nemico dell’Italia, che affossò l’amicizia italo-britannica salvo poi porre le premesse per la fine della vocazione imperiale di Londra con l’impresa di Suez. A proposito di Suez e del relativo canale – opera per altro di un italiano, un suddito irredento dell’Austria – il collegamento fra la sua progettata realizzazione e il sostegno inglese al nostro risorgimento è senz’altro interessante e i libri di scuola su cui abbiamo studiato non ne parlavano affatto. E’ stato giusto ricordarlo, però non si può ridurre a quello il sostegno di Londra all’impresa dei Mille. La realizzazione di Stati nazionali rientrava nello spirito del tempo e la diplomazia di Cavour riuscì a unificare l’Italia evitando spinte repubblicane ed eversive. Certo, vista con occhi sereni, l’impresa di Garibaldi fu un atto di pirateria internazionale a spese di una monarchia legittima con cui i Savoia avevano rapporti di parentela. Ma io mi riconosco nella celebre frase del Gattopardo, quello di Lampedusa, non di Netflix: Ma era poi Giove il legittimo re dell’Olimpo?
Enrico. Noi eravamo già allora un Paese di poveracci con aspirazioni superiori ai nostri mezzi. Il mio sciagurato Piemonte mandò migliaia di soldati in Crimea (a morire di colera) su navi inglesi… L’unificazione solo fece danni, a quasi tutti. Ci consegnò miti assurdi da Terza Roma, da Adua al Piave, da Crispi , e il suo maledetto subimperialismo balcanico, a Mussolini e le sue ridicole bajonette… Metternich aveva visto giusto nel 1815. Ai Savoia che erano ben imparentati, ma con le pezze al c..o, regalò non solo tutto ciò che avevano perduto contro Napoleone, ma anche la Liguria. E che cosa fa Carlo Alberto, marito di una Asburgo, suocero di una Asburgo (futura regina di Sardegna, moglie di Vittorio Emanuele II e madre di Umberto I), con una Savoia sul trono di Vienna ecc.? La guerra all’Austria!!!!! I repubblicani mazziniani erano quattro gatti parolai senza seguito popolare con la vocazione del martirio…
La Gran Bretagna puntava all’unificazione italiana’non per spirito dei tempi’, ma in funzione antifrancese, come nel 1918 sulla Jugoslavoa in funzione anti italiana…. Napoleone III era un fesso integrale, Napolón le petit, per dirla con Victor Hugo, che ci aiutò nel 1859, pensando di farne un Regno vassallo, e l’annessione di Nizza e Savoia…
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più
Mi sembra che l’Italia non si accontentasse di essere un regno di second’ordine, viste le enormi spese militari del Regno e le sue aspirazioni coloniali. Inoltre, i Savoia tennero una politica estera abbastanza autonoma, visto che aderirono alla Triplice. Certo, vi fu sempre uno stretto legame con la Gran Bretagna, che s’interruppe solo il 10 giugno, con le conseguenze che sappiamo. Molti dei nostri guai comunque derivarono da quello squallido ministro inglese che fu Eden, preconcetto nemico dell’Italia, che affossò l’amicizia italo-britannica salvo poi porre le premesse per la fine della vocazione imperiale di Londra con l’impresa di Suez. A proposito di Suez e del relativo canale – opera per altro di un italiano, un suddito irredento dell’Austria – il collegamento fra la sua progettata realizzazione e il sostegno inglese al nostro risorgimento è senz’altro interessante e i libri di scuola su cui abbiamo studiato non ne parlavano affatto. E’ stato giusto ricordarlo, però non si può ridurre a quello il sostegno di Londra all’impresa dei Mille. La realizzazione di Stati nazionali rientrava nello spirito del tempo e la diplomazia di Cavour riuscì a unificare l’Italia evitando spinte repubblicane ed eversive. Certo, vista con occhi sereni, l’impresa di Garibaldi fu un atto di pirateria internazionale a spese di una monarchia legittima con cui i Savoia avevano rapporti di parentela. Ma io mi riconosco nella celebre frase del Gattopardo, quello di Lampedusa, non di Netflix: Ma era poi Giove il legittimo re dell’Olimpo?
Enrico. Noi eravamo già allora un Paese di poveracci con aspirazioni superiori ai nostri mezzi. Il mio sciagurato Piemonte mandò migliaia di soldati in Crimea (a morire di colera) su navi inglesi… L’unificazione solo fece danni, a quasi tutti. Ci consegnò miti assurdi da Terza Roma, da Adua al Piave, da Crispi , e il suo maledetto subimperialismo balcanico, a Mussolini e le sue ridicole bajonette… Metternich aveva visto giusto nel 1815. Ai Savoia che erano ben imparentati, ma con le pezze al c..o, regalò non solo tutto ciò che avevano perduto contro Napoleone, ma anche la Liguria. E che cosa fa Carlo Alberto, marito di una Asburgo, suocero di una Asburgo (futura regina di Sardegna, moglie di Vittorio Emanuele II e madre di Umberto I), con una Savoia sul trono di Vienna ecc.? La guerra all’Austria!!!!! I repubblicani mazziniani erano quattro gatti parolai senza seguito popolare con la vocazione del martirio…
Francesco II Re delle Due Sicilie era figlio di una Savoia (credo in corso di beatificazione) figlia di Re Vittorio Emanuele I…
La Gran Bretagna puntava all’unificazione italiana’non per spirito dei tempi’, ma in funzione antifrancese, come nel 1918 sulla Jugoslavoa in funzione anti italiana…. Napoleone III era un fesso integrale, Napolón le petit, per dirla con Victor Hugo, che ci aiutò nel 1859, pensando di farne un Regno vassallo, e l’annessione di Nizza e Savoia…