Nelle Tempeste d’acciaio di Ernst Jünger è un classico della letteratura di guerra che mostra, come nessun altro libro, le variegate emozioni, sensazioni, occasioni di crescita interiore che l’esperienza del fronte può stimolare. Considerato la risposta a Nulla di nuovo sul fronte occidentale di Erich Remarque, definisce e descrive le pulsioni che su un campo di battaglia possono sprigionarsi, finendo col contribuire ad arricchire la visione del mondo e sviluppare le percezioni umane, troppo umane…
Jünger scrisse peraltro un altro testo importante, La battaglia come esperienza interiore (Edizioni Piano B) dove narra le potenzialità che la partecipazione a un combattimento può sviluppare e le tracce che lascia nella psiche di un uomo. Un esempio? Lo scrittore tedesco spiega nel suo diario di essere magneticamente attratto da certi luoghi come se avessero un valore distintivo, che connota il passaggio da una sensibilità a un’altra: Jünger resta freddo di fronte al combattimento, alla morte e al destino fatidico che si compie nel luogo dove si è battuto. Lo spiega bene Nils Fabiensson, storico e archeologo svedese, quando sottolinea che “innumerevoli luoghi per alcune settimane divennero il punto centrale della vita e della morte di migliaia di esseri umani che forse avrebbero meritato una o due menzioni in un paragrafo secondario del Bollettino di guerra dell’Esercito, ora del tutto dimenticati”.
Nils Fabiansson ha scritto un libro di particolare interesse, Ernst Jünger nelle tempeste d’acciaio della grande guerra. Sfruttando le conoscenze della sua professione e, dopo aver letto con particolare attenzione i libri dello scrittore tedesco sul primo conflitto mondiale, lo storico svedese ha riproposto, nel libro, tutti i luoghi dove Jünger ha combattuto, che ha visto e descritto nelle sue opere. Il libro, curato da Andrea Lombardi e tradotto da Vincenzo Valentini, si avvale di un eccenzionale apparato fotografico di 71 tavole fuori testo in bn e a colori. C’è anche una parte di fotografie che mostrano bene il fronte occidentale, con cartine, foto d’epoca, immagini sulla vita dei militari, sulle strade e i posti dei paesi vicini alla prima linea. Sul fronte occidentale Jünger, tenente e comandante delle Trupppe d’assalto nel Fusilier – Regiment n. 73 “Gibraltar” si trova a vivere situazioni che narra nei diari e Nelle tempeste d’acciaio e sulla base di queste documentazioni Fabiansson scrive quest’opera che sarebbe sbagliato considerare un sunto o una guida tout court di Nelle tempeste d’acciaio o soltanto “una documentata analisi storica e topografica delle battaglie del suo reparto e della loro trasposizione nei suoi libri e un’analisi critico-letteraria delle loro varie edizioni”. Non è la ricostruzione del percorso dei luoghi dove, nella guerra che ha inaugurato il secolo breve, lo scrittore ha combattuto e descritto nel diario o nei suoi libri. Ancora: non è, quindi, una guida tratta dai diari e dai volumi sulla guerra. Seguire, piuttosto, – e quindi capire – Jünger nelle trincee, nei suoi acquartieramenti, fra i suoi camerati, nello scenario bellico ed esistenziale della prima guerra mondiale. Del resto definire gli spazi, i periodi, e i luoghi esatti dove lo scrittore combattè è difficile. Nelle tempeste d’acciaio sono citate 125 città francesi e belghe e i nomi di 160 persone. Un dato che mostra la difficoltà intrinseca nel ridefinire un quadro narrativo preciso dei luoghi che però restituisce molto bene il contesto militare e l’ampia geografia delle esperienze di guerra sul fronte occidentale.
Nils Fabiansson, Ernst Jünger nelle tempeste d’acciaio della grande guerra, Italia storica edizioni, Genova, pagg. 185 (di cui 71 di tavv. fotografiche); euro 25; Ordini: www.italiastorica.com
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più