
Dal cratere al cantiere. Il cantiere più grande d’Europa, piantato dove il drago ha soffiato forte, portando morte e distruzione. Potremmo pure cavarcela con uno slogan e coriandoli di ottimismo. Dopo il terremoto e dopo le lacrime, ci può stare.
Ma Guido Castelli non ama fermarsi all’eco delle parole e certo condivide questa sensibilità con gli abitanti dei borghi sventrati dal sisma del 2016. Castelluccio. Norcia. Camerino. Amatrice. Un lungo rosario di case diroccate e macerie. Ottomila chilometri quadrati, sparpagliati e divisi fra quattro regioni: Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio.
Se la normalità è un ricordo sbiadito, le promesse possono essere un dito nell’occhio. Non è questo il caso. Castelli è il Commissario Straordinario per la Ricostruzione e la Riparazione di questa vasta ferita e sa bene che la sfida è ardua. Niente comizi e giochi da illusionisti. No, Castelli prende un’altra strada, l’ago e il filo di una cultura millenaria e prova a cucire, a unire, a tessere un itinerario per gli uomini e le donne, per la società, per l’economia, per il futuro che, prima o poi, speriamo presto, arriverà. Bagliori e riflessioni, lontano dalla solita zuppa pronta. In queste pagine ci sono la storia e la geografia, insomma le coordinate di questi territori, l’agricoltura che va a braccetto col bosco e il bosco non può essere quello dei luoghi comuni, il selvaggio è bello, perché la natura può sposare le nostre ambizioni e gli equilibri vanno cercati con coraggio e pazienza.
Ci sono le biodiversità e la filiera del legno, un pezzo, anzi, una scheggia corposa del Made in Italy, e tante altre realtà di questo segmento dell’Appennino centrale. Le Mediae Terrae del titolo dell’opera, che in realtà sono perno di un quadrante assai più esteso, oltre i confini della penisola: Ancona, per capirci, dista 215 chilometri da Roma, 209 dalla Serbia. Ripartire. O meglio, ritrovare il respiro profondo, il battito che dal 2016 si era affievolito. Non ci sono formule o bacchette magiche e nemmeno algoritmi già preconfezionati, ma semmai tanti sentieri da esplorare, tante suggestioni da coltivare, tanti progetti, per fortuna già finanziati e in itinere. E poi l’economia circolare e le rinnovabili, i Cammini, quello di San Francesco e altri – come la ciclovia del Nera e il Cammino delle Terre Mutate che va da Fabriano a L’Aquila – nati sulle nervature religiose di questi territoriGuido Castelli che nei secoli hanno distillato santi, artisti, i paesaggi del Rinascimento, icona tricolore sul mappamondo.
Ecco, non si tratta di impilare tante cartoline, magari incartate con un velo di nostalgia e malinconia, ma di spingere sull’acceleratore perché la crisi, la frattura, quella sequenza di scosse non siano solo una maledizione del destino ma un’opportunità. Sì, l’occasione per ripensare e tarare quel grande spicchio di Italia
antica e profonda. Un ventaglio di saperi complementari, la tecnologia e l’ingegneria, 228 scuole da ritirare su con un investimento di 899 milioni di euro per le nuove generazioni che non se ne vogliono andare. Ad Arquata del Tronto ecco farsi avanti un intervento avveniristico da 71 milioni con due pozzi sot-terranei da cui partiranno 328 tiranti per ancorare il paese che rinasce; a Castelluccio, nella piana dell’imperdibile fioritura, delle duemila specie arboree e delle 850 tipologie di farfalle, ci saranno addirittura 300 isolatori sismici per attenuare, anche di cento volte, un eventuale, nuovo scossone. Come nemmeno in un racconto di fantascienza.
Ma sì, la ripartenza che prende forma si misura con la calce e i mattoni ma soprattutto con quella ma lattia apparentemente inesorabile e invincibile che va avanti da troppo tempo: lo spopolamento. Certo favorito dai disastri che hanno squassato questi villaggi ma, ahimè, dalle origini più lontane.8 Mediae Terrae Il segno meno davanti alla popolazione residente è la vera mortificazione di questa Italia che prova a rilanciarsi.
Reti digitali e lavoro da remoto, forse la storia è arrivata a un tornante che potrebbe aiutare la rincorsa e sconfiggere infine decadenza e declino. Qualcuno pensa che sia un processo ineluttabile, invece oggi ci sono le competenze e le risorse per invertire un trend silente e doloroso. Ci sono i fondi del PNRR e NextAppennino, miliardi da non dissipare, chance e carte da buttare sul tavolo. Aziende piccole e meno piccole, artigiani e botteghe, tante attività inserite in una cornice unica che non può finire con quel lento soffocamento. Possiamo sussurrarlo? Potrebbe essere alle viste un secondo piccolo Rinascimento. Di sicuro, siamo al bivio.
Qualche segnale positivo sta finalmente arrivando: il motore riparte e si ingranano marce che nessuno aveva più inserito da decenni. Funzionerà? L’importante, come si capisce da questo testo, è dare spessore alla domanda, imprimerle forza e dinamismo. Perché è così che si combattono rassegnazione e solitudine, compagne di molte sventure e nemiche di ogni progresso.
Castelli e la sua grande comunità ci stanno provando. Potenzialmente, seicentomila italiani per cui facciamo il tifo. La partita è difficile, i prossimi anniGuido Castelli saranno decisivi, il Commissario si ispira a papa Francesco e ad alcuni maestri del pensiero. A partire da quel Roger Scruton che sentenzia: “L’ambientalismo è la quintessenza della causa conservatrice”. Quasi il manifesto della rinascita. Bisogna attrezzarsi, mai arrendersi, e in questi capitoli ci sono gli antidoti contro i nemici più subdoli e velenosi: l’ingessatura burocratica, l’ideologia green, l’antropologia dal guinzaglio corto. La polvere dello scetticismo che si deposita sulle aspettative.
La rotta, però, è tracciata.