Bellissima la Luna, ma vista da lontano. Infatti, da un bel po’, nessuno c’è più sbarcato. Per che cosa, poi? Per passeggiarci in uno scafandro come omini Michelin? O per rinchiudersi in basi-galere, quando qui, magari, si starebbe in riva al mare proprio al chiaro di luna?
Obiettivi scientifici a parte, varrebbe la pena andar lassù solo per assistere al sorgere della Terra. E questa sì che è bella anche da vicino. Splendida, unica e disprezzata. Sono trascorsi 56 anni dal passo di Neil Armstrong, sceso dal Lem: “Piccolo per l’ uomo, grande per l’umanità”. Da allora i suoi simili sulla Terra sono andati a passo di carica: verso il baratro.
Il Global Footprint Network, organizzazione di ricerca internazionale che misura la nostra impronta ecologica sull’ambiente, ha calcolato come – già nel 1971 – la nostra specie, vorace e dilagante, avesse terminato con 10 giorni d’anticipo le risorse prodotte quell’anno dalla Terra. Da allora, il cupio dissolvi. Nel 2000 il sovrasfruttamento era arrivato 99 giorni prima. Nel 2019 la data è stata il 29 luglio….
Nemmeno l’aggiunta dei beni della Luna, se fosse ospitale e generosa come la nostra casa madre, ci basterebbe più. E se tornassimo sulla Terra?
condivido questa riflessione: tornare alla Terra! Già Fare Verde aveva approvato nel 2005 un documento intitolato Uscire dallo sviluppo in cui denunciava le contraddizioni dello sviluppo economico. Come in sintesi scrive Guido Dalla Casa, esponente dell’ecologia profonda, due sono le azioni necessarie per salvare il Pianeta: “Diffondere il più possibile in tutto il mondo gli anticoncezionali per un efficace controllo delle nascite” e “Buttare alle ortiche la crescita economica, che è un fenomeno impossibile sulla Terra, se non per tempi molto limitati. Infatti sostituisce materia inerte (impianti, macchine, strade, fabbriche) al posto di sostanza vivente (foreste, paludi, savane, ecosistemi marini), quindi distrugge la Vita. Abolire in ogni discorso gli indicatori economici, che sono fonte di guai. La crescita economica è una grave patologia del Pianeta”.
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condivido questa riflessione: tornare alla Terra! Già Fare Verde aveva approvato nel 2005 un documento intitolato Uscire dallo sviluppo in cui denunciava le contraddizioni dello sviluppo economico. Come in sintesi scrive Guido Dalla Casa, esponente dell’ecologia profonda, due sono le azioni necessarie per salvare il Pianeta: “Diffondere il più possibile in tutto il mondo gli anticoncezionali per un efficace controllo delle nascite” e “Buttare alle ortiche la crescita economica, che è un fenomeno impossibile sulla Terra, se non per tempi molto limitati. Infatti sostituisce materia inerte (impianti, macchine, strade, fabbriche) al posto di sostanza vivente (foreste, paludi, savane, ecosistemi marini), quindi distrugge la Vita. Abolire in ogni discorso gli indicatori economici, che sono fonte di guai. La crescita economica è una grave patologia del Pianeta”.