Il circuito di Suzuka ospita il Gran Premio del Giappone, il terzo della stagione di Formula 1 del 2025.
Inaugurato nel 1962, l’autodromo si trova nella Prefettura di Mie, all’incirca a 376 chilometri da Tokyo; di proprietà della Honda, è negli anni assurto a icona del Circus, con la sua caratteristica forma a “Otto”.
La Formula 1 ha corso per la prima volta a Suzuka nel 1987 e fino al 2006, poi dal 2009 al 2019 (per il Covid) e di nuovo dal 2022.
Tecnica, probante, difficile da interpretare, la pista misura 5.807 metri – con una sola Zona DRS, sul rettilineo principale – e conta diciotto curve, di ogni tipologia.
La grande novità dell’edizione 2025 ha riguardato invece la Red Bull e la Racing Bulls, proprio le squadre di cui, di fatto, la Honda è motorista.
Dopo le prime due gare deludenti, Liam Lawson è tornato in Racing Bulls, cedendo il suo sedile in Red Bull al giapponese Yuki Tsunoda, alla prima gara personale con la compagine austriaca.
Data la pista, visti i carichi esigenti sugli pneumatici e la parziale riasfaltatura, la Pirelli ha scelto le gomme più dure della gamma: le C3 (Soft), le C2 (Medium) e le C1 (Hard), queste ultime all’esordio nel 2025.
Le prove libere
I tre giorni in terra nipponica sono cominciati con le prove libere: il venerdì, nelle FP1 il più rapido è stato Lando Norris, in 1’28”549 (Medium).
Il pomeriggio, invece, le FP2 sono state molto meno lineari, frammentate da ben quattro bandiere rosse.
La più importante, dopo circa dieci minuti dall’inizio, è stata data per il brutto incidente di Jack Doohan (Alpine-Renault) in curva 1, finito contro le barriere ad una velocità rilevata di 331 chilometri orari (km/h).
Si aggiungano un’uscita di Fernando Alonso tra la curva 8 e la 9 (la doppia curva Degner) e due principi di incendio nelle vie di fuga (da qui, rispettivamente, la bandiera rossa numero due, tre e quattro).
Alla fine, il primato delle FP2 è andato a Oscar Piastri, sulla McLaren, in 1’28”114 (Soft).
Il sabato, nelle FP3, davanti a tutti si è portato di nuovo Norris, ritoccando ancora i riferimenti del giorno prima fino all’1’27”965 (Soft).
Le qualifiche
Per le prove ufficiali del Giappone, sotto qualche nuvola, per i giri iniziali c’è che sceglie le morbide, chi le medie, con la pista in continuo miglioramento al succedersi delle tornate.
Nella Q1, il primato è andato a Piastri, in 1’27”687 (Soft), con Norris primo nella Q2 in 1’27”146 (Soft).
La decisiva Q3, nel primo run, ha visto Oscar Piastri poleman provvisorio con il tempo di 1’27”052.
Nel tentativo successivo, l’ultimo, Norris si porta sull’1’26”995, Max Verstappen segna 1’26”983, mentre Piastri, in 1’27”027 non si migliora rispetto a loro: la pole position va così all’olandese della Red Bull.
Dopo le due McLaren, seconda e terza, Charles Leclerc quarto, poi George Russell e Andrea Kimi Antonelli con la Mercedes.
Settimo Isack Hadjar con la Racing Bulls, ottavo Lewis Hamilton, nono Alexander Albon e decimo Oliver Bearman; più indietro Lawson e Tsunoda, rispettivamente quattordicesimo e quindicesimo.
A qualifiche ultimate, Carlos Sainz (dodicesimo con la Williams) ha ricevuto tre posizioni di penalità per aver ostacolato Hamilton nella Q2, scendendo quindicesimo.
Con la penalizzazione dello spagnolo, sia Lawson che Tsunoda hanno guadagnato una posizione.
La gara
Nelle ore precedenti la gara, su Suzuka è arrivata la pioggia: il Gran Premio comincia comunque sull’asciutto, seppure sotto un cielo nuvoloso e su una pista fredda e con qualche traccia di umido.
Le gomme del primo stint sono soprattutto le Medium; scelta diversa per Lewis Hamilton, Gabriel Bortoleto, Esteban Ocon, sulle Hard e Jack Doohan e Lance Stroll, sulle Soft.
Allo spegnimento dei semafori Verstappen contiene le McLaren di Norris e Piastri, senza che nessuna delle prime dieci posizioni cambi nel corso del primo giro.
A riscrivere la classifica di vertice ci pensa Hamilton, al giro 6, che scavalca Hadjar nella frenata della curva 1 salendo settimo.
La prospettiva della sosta unica impone un ritmo abbastanza contenuto che per i primi – sulle medie – è inizialmente intorno al minuto e 33” alto, mentre Hamilton è sul minuto e 34” basso.
I distacchi presto si stabilizzano.
Il britannico scende sotto al 34” al giro 8, pur rimanendo a due secondi da Antonelli, sesto davanti a lui, mentre lo stesso Norris si era distanziato leggermente da Verstappen, rinvenendo dietro di lui Piastri.
Del pacchetto di testa, ci sarebbe invece Russell che prova a ricucire il distacco su Leclerc ma la mancanza di necessità di un sorpasso in pista rimanda i propositi di duello.
L’inglese della Mercedes si ferma alla fine del giro 19, montando le dure, imitato da Piastri il giro dopo.
L’appropinquarsi delle soste è stato il segnale che i piloti potessero aumentare il loro passo, sceso di colpo di oltre sei, sette decimi.
Verstappen, Norris e Leclerc si fermano contemporaneamente, alla fine del passaggio 21: il pilota della Red Bull e quello della McLaren riescono dalle rispettive piazzole quasi allineati.
Al raggiungimento della linea bianca che demarca la fine della corsia dei box, l’olandese è leggermente davanti.
Quando vengono tolti i limitatori però, Norris cerca di infilarsi ma non essendoci spazio è costretto a transitare sulla via di fuga.
In testa, in tanto, dal giro 22 c’era Andrea Kimi Antonelli, evidentemente intenzionato ad allungare lo stint e ancora sul minuto e 33” zero – con pista libera – dopo 24 tornate.
Hamilton rientra alla fine della tornata numero 30, cambiando le Hard per le Medium e riprendendo la pista settimo; per Antonelli (dalle medie alle dure), la fermata arriva alla fine del giro 31.
Hamilton però con le gomme (medie) già rodate di un giro gli si riporta quasi subito nel retrotreno ma l’italiano lo controlla.
Sulla mescola media Hamilton non si troverà neanche troppo a proprio agio, impossibilitato a costruire una rimonta nello stint sui diretti concorrenti, tutti sulle dure.
La girandola delle soste, con annesso traffico e qualche sorpasso a centro gruppo, termina con la ripresa della rincorsa in testa, inseguendo Norris Piastri e il britannico Max Verstappen.
Sulle Hard, le monoposto britanniche sono più rapide della Red Bull e in McLaren, Piastri più di Norris, tanto che a dodici giri dal termine, l’australiano è distanziato di meno di un secondo dal compagno.
Non essendo avvenuto alcuno scambio di posizione tra i due, tuttavia, l’australiano sembrerebbe dover desistere, salvo poi – dopo alcune tornate – proporsi nuovamente sulle sue tracce.
Dal muretto della compagine di Woking non arriva alcuna indicazione per invertire i due – e dalla sua Piastri non dimostra mai di avere il guizzo decisivo per tentare la manovra – che così continuano a confrontarsi.
Anche Verstappen mantiene il suo ritmo, cercando di essere il più preciso possibile: è così fino ai conclusivi metri.
Al termine dei 53 giri in programma, la bandiera a scacchi saluta la vittoria di Max Verstappen, nuovamente sugli scudi in Giappone.
Con lui, sul podio, Lando Norris (autore anche di un lungo all’ultima chicane, la Casio Triangle, nel passaggio conclusivo) e Oscar Piastri.
Quarto un solido e costante Charles Leclerc, con la Ferrari, poi George Russell.
Nota di merito per Andrea Kimi Antonelli (divenuto anche il più giovane pilota nella storia della Formula 1 a condurre un Gran Premio), sesto e autore del giro più veloce, in 1’30”965, alla tornata numero 50.
Settimo Hamilton, ottavo Hadjar (ai primi punti in carriera), nono Albon e decimo Oliver Bearman (Haas).
Oltre al giro più veloce di Antonelli, da segnalare la dodicesima posizione di Tsunoda, alla prima gara in Red Bull.
La Formula 1 tornerà in pista la settimana prossima, ad Al Sakhir, per il Gran Premio del Bahrain.
Hamilton si conferma il pippone degli ultimi anni.