
All’epoca il Pci era contrario al Mercato Comune Europeo perché vedeva nel Mec, egemonizzato da governi a guida cattolica e liberale, il braccio politico-economico di un’Europa occidentale compatta contro il blocco sovietico. Ricordo un battibecco parlamentare all’epoca delle prime designazioni di deputati all’Europarlamento, non ancora eletti col voto popolare. I liberali sostenevano che, non credendo nell’Europa, i comunisti non avrebbero avuto il diritto a entrare nel Parlamento europeo. Al che i comunisti obiettarono che, in base allo stesso principio, i liberali non sarebbero dovuti entrare nei parlamenti regionali, vista la loro avversione all’istituzione delle Regioni.
Poi però i comunisti cambiarono politica e fecero uscire dal cilindro il coniglio Spinelli, che era stato comunista in gioventù, ma in seguito aveva cambiato opinione ed era stato favorevole al piano Marshall.
Nel 1976 gli proposero di candidarsi al Parlamento italiano come indipendente nelle loro liste. Naturalmente passò (all’epoca la base votava come voleva il partito) e fu cooptato anche al primo Parlamento Europeo. Si può fare dell’ironia sugli indipendenti eletti nelle liste del Pci: come si può essere indipendenti quando il Partito ti fornisce collegio, firme per essere candidati e voti?
Gli “indipendenti” del Pci
Però questa istituzione fu utile al Pci per guadagnarsi consensi in ambienti loro estranei, come quello cattolico (pensiamo a un Gozzini, rimasto in difficoltà, per la crisi della Vallecchi di cui era dirigente editoriale) o quello laico e a guadagnarsi il consenso di molti intellettuali. Anche così si conquista l’egemonia culturale.
Dc e centrodestra non ebbero la stessa sensibilità. Pensiamo a un grande pensatore cattolico come Augusto Del Noce candidato nel 1983 dalla Dc in un collegio senatoriale sicuro; tanto sicuro che non venne eletto, e fu solo in seguito ripescato per la morte del titolare. La stagione dei “professori” in Forza Italia fu effimera e Pera venne presto emarginato. Su An meglio stendere un velo pietoso…
Quanto a Spinelli, fu uomo molto più serio degli “spinellidi” che hanno fatto del manifesto di Ventotene una sorta di pendant laico della Bibbia. Egli stesso ne criticò in seguito molte affermazioni: non si capisce, se lo fece lui che l’aveva firmato, perché non possa farlo la Meloni.
L’apprezzamento di Romualdi
Al Parlamento Europeo era in buoni rapporti con Pino Romualdi e molti anni prima non si era scandalizzato per la condanna dei coniugi Rosenberg. Il suo libro di maggior successo è stato Come ho cercato di diventare saggio. Lui ci provò. Dubito che i suoi agiografi ci riusciranno.
Condivido in pieno