Dopo l’Australia la Formula 1 non si è fermata, prevedendo il Gran Premio della Cina, sul circuito di Shanghai.
Il tracciato cinese si sviluppa lungo 5.451 metri, con sedici curve (soprattutto a media e alta velocità) e due zone DRS, sul rettilineo principale e su quello opposto (tra la curva 13 e la 14).
L’edizione numero diciotto della corsa cinese è anche il primo evento dell’anno con il formato “Sprint”.
Nel dettaglio, sono previste una sola sessione di prove libere il venerdì, due prove cronometrate, la corsa del sabato e il Gran Premio della domenica.
Per affrontare al meglio le notevoli sollecitazioni del tracciato, la Pirelli ha scelto gomme dure, portando le C4 (Soft), le C3 (Medium) e le C2 (Hard).
Il venerdì
Nelle FP1, le uniche libere in programma, il primato l’ha ottenuto Lando Norris, sulla McLaren, in 1’31”504 (Soft), davanti a Charles Leclerc, Oscar Piastri e Lewis Hamilton.
Per la Sprint Qualifying del venerdì pomeriggio (locale), le mescole sono obbligate e dunque i piloti hanno utilizzato le Medium sia nella SQ1, che nella SQ2, per poi montare le Soft nella SQ3.
Nella SQ1, il più rapido è stato il britannico della Ferrari, in 1’31”212 (Medium), riferimento poi ritoccato da Norris nella SQ2, in 1’31”174 (Soft).
La SQ3 ha visto in grande spolvero Hamilton, autore del migliore giro nell’unico run a disposizione: il veterano inglese ha chiuso in 1’30”849 (Soft), conquistando la partenza al palo per la gara del sabato.
Alle sue spalle Max Verstappen, Piastri, Leclerc, George Russell, Norris; a completamento delle prime dieci posizioni, Andrea Kimi Antonelli settimo, poi Yuki Tsunoda, Alexander Albon e Lance Stroll.
Il sabato
Il sabato di Shanghai è cominciato con la Sprint, un terzo della distanza del Gran Premio senza obbligo del pit stop: da qui, la scelta condivisa da tutti i partenti delle gomme medie.
Allo spegnimento dei semafori, Hamilton chiude ogni porta su Verstappen, mentre Piastri è costretto a guardarsi da Leclerc, a sua volta poi infilato da Russell all’interno del tornantino 14.
A rilento invece Norris (sesto al via), che al termine del giro 1 è transitato in nona posizione.
Già con l’inizio del giro 2 si entra nella modalità di gestione degli pneumatici, la vera variabile annunciata e per questo i riferimenti iniziali mantengono un margine rispetto ai picchi prestazionali.
In testa, si gira sul minuto e 36” alto, con il terzetto formato da Hamilton, Verstappen e Piastri che all’inizio del giro 8 sono compresi in un secondo e mezzo.
Il graining sull’anteriore sinistra ostacola l’andamento della Ferrari, tanto che l’olandese della Red Bull sembrerebbe potersi avvicinare, ma sempre con Piastri nel retrotreno.
Lo sforzo dell’olandese di riprendere il britannico, infatti, si è tradotto nel degrado maggiore delle sue gomme anteriori.
Al giro 14 l’australiano prova ad uscire dalla scia della Red Bull, sfruttando il DRS sul rettilineo principale, per quanto in approccio della prima frenata Verstappen si limiti a mantenere la linea interna.
Trascorre una tornata e Piastri si prende la seconda posizione, utilizzando la scia e il DRS, attaccando sul lungo rettilineo opposto e chiudendo la manovra al tornantino numero 14.
Nello stesso punto (giro 17), Norris infila Stroll, portandosi ottavo e perciò in zona punti.
In difficoltà anche Russell, rispetto al quale si riporta sotto Leclerc: il monegasco ci prova all’esterno della curva 6, ma il pilota della Mercedes lo chiude.
Superata la fase critica – durata un paio di tornate – Hamilton aveva ricostruito un leggero vantaggio su Verstappen, legittimando il primato.
Alla fine dei 19 giri in programma, la bandiera a scacchi saluta il successo di Lewis Hamilton nella Sprint di Shanghai, davanti a Piastri e Verstappen.
Punti anche per Russell, Leclerc, Yuki Tsunoda, Antonelli e Norris; a completamento della Top 10 le Aston Martin di Stroll e Fernando Alonso.
Il giro più veloce è quello di Hamilton, in 1’35”399, alla seconda tornata.
Dopo la Sprint è tempo di prove ufficiali, avendo potuto le squadre lavorare sulle vetture.
Nella Q1, il migliore è stato Norris, in 1’30”983 (Soft), così come nella Q2, in 1’30”787 (Soft).
La decisiva Q3 – su una pista sempre più gommata – nel run iniziale ha rimarcato la forza della McLaren, con poleman provvisorio Oscar Piastri, in 1’30”703 e Lando Norris secondo, in 1’30”793.
Nel tentativo successivo l’australiano ha ancora margine, segnando l’1’30”641 (Soft) che gli regala la prima pole position in carriera, davanti a George Russell staccato, quest’ultimo, di 82 millesimi (1’30”723).
In seconda fila, terzo Norris e quarto Verstappen, poi si sono qualificati – nella Top 10 – Hamilton, Leclerc, Isack Hadjar (Racing Bulls), Antonelli, Yuki Tsunoda e Alexander Albon.
Tra le note negative, Carlos Sainz (Williams) quindicesimo e Liam Lawson (Red Bull) ventesimo.
La gara
Per lo stint iniziale del Gran Premio le gomme scelte sono soprattutto le Medium, eccezion fatta per Lance Stroll, Oliver Bearman e Liam Lawson (dai box per aver cambiato assetto) sulle Hard.
Allo spegnimento dei semafori, Piastri mantiene la testa, mentre Russell si fa passare da Norris, così come Verstappen da Hamilton e Leclerc; l’olandese deve guardarsi anche dall’arrembante Antonelli.
Per il monegasco della Ferrari, tuttavia, la gara non è partita molto bene.
Nella discesa del tornantino tra la curva 2 e la 3, infatti, durante le primissime fasi, aveva perso la vettura, toccando leggermente la posteriore destra di Hamilton e danneggiando l’ala.
Nonostante una perdita stimata tra i venti e i trenta punti di carico aerodinamico, in Ferrari – di concerto con il pilota – si decide di non cambiare immediatamente il musetto.
Al giro 4, invece, Fernando Alonso, lamenta un problema all’impianto frenante, inconveniente che lo costringerà al ritiro.
In testa, Norris ha cercato di non perdere troppo tempo dal compagno Piastri, pur ovviamente dovendo fare i conti con la sensibilità delle gomme.
Il graining, infatti – secondo i dati e le evidenze della Sprint – resta la grande variabile con cui confrontarsi, dato il rischio di una perdita repentina di prestazione.
Hamilton, per esempio, se ne lamenta già al giro 7, cosicché il compagno Leclerc – pur con l’ala danneggiata – gli si è riportato in scia, all’inizio del passaggio numero 9.
I tempi poi, salvo i due della McLaren in un minuto e 38” basso sono – ai vertici – tutti tra il 38” alto e l 39” basso.
Il ritmo abbastanza contenuto non facilita certamente i duelli, in attesa delle prime soste, tra la fine del giro 10 e dell’undicesimo (Tsunoda).
Al termine del giro 12 è la volta di Antonelli e Hadjar (tutti quanti per le dure); alla fine della tornata numero 13, ai box anche Hamilton e Verstappen (Hard).
La tornata successiva è la volta di Piastri e Russell (dalle medie alle dure) e in seguito, alla fine del giro 15, tocca invece a Norris e a Leclerc (senza cambiare ala comunque).
La tornata di differenze tra la sosta di Russell e quella di Norris fa si che al pilota della Mercedes riesca praticamente l’undercut.
Tanto che, non appena l’alfiere della Mercedes è tornato in pista, Russell l’ha infilato – portando la manovra nel lungo tornantino che comprende la curva 2 e la 3, ‘approfittando’ pure di Stroll.
Norris, però, non ci sta e al giro 18, in fondo al rettilineo, si riprende la posizione (in quel momento, la terza, con Albon che ancora non si era fermato), in virtù della scia e del DRS.
Sul lungo rettilineo opposto, il numero 4 risale poi secondo, passando Albon (giro 19).
Di fatto, dunque, la prima girandola delle soste non ha ridisegnato le posizioni di vertice, con le Ferrari che si ritrovano separate da meno di un secondo: Leclerc, però, ha più ritmo del compagno.
Si decide allora – in curva 1 e al giro 21 – lo scambio di posizione tra i due: Charles Leclerc sale così quarto, con Hamilton quinto.
Per qualche passaggio addirittura è proprio il monegasco il più veloce in pista, con tempi sul minuto e 36” alto, 37” basso (come le McLaren), considerando proprio il problema all’ala.
In questi termini, il classe 1997 prova a riprendere Russell: la sua Ferrari si dimostra assai veloce sulle Hard, soprattutto nei tratti più guidati.
All’inizio del passaggio numero 26 è ormai nel retrotreno della Mercedes; tuttavia, la migliore velocità di punta della vettura tedesca rende in un primo momento molto complicato l’avvicinamento definitivo.
Non potendo il ferrarista avere una vera opportunità, opta allora per distanziarsi e riprendere spazio, sempre nell’ottica di non stressare eccessivamente le gomme.
Il tutto, in linea con la fase centrale di gara, massimamente improntata alla gestione della mescola Hard, come evidenziano i riferimenti cronometrici, al vertice compresi tra il minuto 36” e otto e il 37” e due.
Così, se i distacchi tra i primi sono tornati contenuti, qualche emozione la regala Oliver Bearman (Haas), una volta montate le medie, con i sorpassi su Lawson e su Doohan per la sedicesima e quindicesima posizione.
Hadjar compie la seconda fermata (ancora per le dure) alla fine della tornata 33; due giri dopo, la staccata della curva 14 è il luogo in cui Bearman infila Sainz per la tredicesima posizione.
Stroll, al contrario, scattato sulle dure ha scelto di allungare al massimo lo stint, fermandosi la prima volta (per le medie) al termine del passaggio numero 36.
Tra i piloti di testa, Hamilton sceglie una tattica diversa ed è il primo e unico a rientrare per la seconda sosta (fine giro 37), confermando le dure e perdendo solo una posizione, la quinta, a vantaggio di Verstappen.
L’intenzione sarebbe compiere un ultimo stint tutto in velocità, massimizzando la prestazione e risalendo approfittando del degrado altrui.
Bearman stesso è lanciatissimo e al giro 39 va a caccia della decima posizione di Pierre Gasly: prova a farsi vedere in fondo al dritto.
Non trascorre che una tornata e al giro 40,la migliore aderenza delle sue medie aiuta il britannico a portare l’attacco – sempre verso la prima frenata – all’esterno, riuscendoci ancora prima della curva.
Stroll non è da meno e nello stesso punto (ma all’interno) passa Sainz salendo dodicesimo al giro 43.
Davanti, invece, Hamilton non riesce a costruire un recupero così netto da riportarlo su Verstappen, pur girando mediamente sei decimi al giro più veloce dell’olandese.
Salvo il pilota della Ferrari, sul 35” e tre, gli altri sono tutti sul 36” basso, aspettando di capire le ultime evoluzioni delle mescole e nel frattempo la possibilità di portarle fino alla fine della gara.
A questa variabile, Norris deve aggiungere la sensazione di un pedale del freno “che si allunga” e quindi una vettura più difficile da inserire in curva.
Al netto delle attese sul decadimento delle gomme, le tornate conclusive sono caratterizzate soprattutto dal tentativo di Verstappen di riprendere Leclerc (in difficoltà soprattutto nell’affrontare la curva 8 e la 9).
L’olandese si fa vedere in uscita della curva 1, al giro 52 e di nuovo all’interno della curva 6; nel medesimo passaggio Verstappen si avvicina decisamente nella chicane 12-13 ma le mosse sono ancora preparatorie.
All’inizio del passaggio successivo, infatti, il numero 54, il pilota della Red Bull porta l’attacco all’esterno della curva 2 per incrociare la traiettoria al centro e poi in uscita dalla curva 3.
Il pilota della Red Bull si prende così la quarta posizione, tutelandosi dal contrattacco dell’avversario in curva 6.
Il problema ai freni, intanto, ha rallentato Norris – ormai attento solo a portare la monoposto al traguardo – che così ha dato completa via libera al compagno Piastri.
Alla fine dei 56 giri in programma, la bandiera a scacchi saluta la vittoria di Oscar Piastri, la terza nella carriera dell’australiano.
Per la McLaren è lo stesso arrivata la doppietta, in virtù del ‘difficoltoso’ secondo posto di Norris, davanti al sempre solido George Russell.
Quarto Verstappen, con le due Ferrari di Leclerc e Hamilton, quinta e sesta, davanti a Esteban Ocon, settimo con la Haas.
A fronte dell’ala danneggiata al via, però, è indubbio che la domenica di Leclerc sia stata comunque di spessore: a dimostrarlo, i suoi riferimenti cronometrici per buona parte del Gran Premio.
Ottavo Antonelli, poi Alexander Albon con la Williams, decimo Oliver Bearman (Haas) e undicesimo Pierre Gasly sull’Alpine.
Di Lewis Hamilton il giro più veloce, in 1’35”069, alla tornata numero 41.
Al termine della gara, però, Leclerc, Gasly e Hamilton vengono squalificati: i primi due per la vettura sottopeso (799 chilogrammi contro gli 800 chilogrammi di peso minimo).
Il britannico, per il pattino che si trova sul fondo della monoposto, troppo usurato (le vetture devono mantenere un’altezza minima da terra).
Nello specifico, quello della Ferrari numero 44 pendeva tra gli 8,6 (linea sinistra e centrale) e gli 8,5 millimetri (linea destra), comunque tutti e tre i valori sotto il limite regolamentare di nove millimetri di spessore.
La classifica si è ridisegnata così: Ocon quinto, Antonelli sesto, Albon settimo, Bearman ottavo, Stroll nono e Carlos Sainz decimo.
È cambiato anche l’autore del giro più veloce (nel 2025 non c’è comunque il punto bonus), divenuto l’1’35”454 di Lando Norris, alla tornata 53.
La Formula 1 tornerà in pista tra due settimane, rimanendo in Asia, ma spostandosi a Suzuka, la sede del Gran Premio del Giappone.
Le auto vanno pesate prima della partenza, non alla fine!