La discussione sulle esigenze di difesa delle nazioni dell’Unione Europea ha molti elementi di confusione. Non si capisce se le istituzioni sentano l’esigenza di Forze Armate uniche; se vogliano assicurare mezzi di finanziamento alle nazioni che le
costituiscono; se – qualche maligno lo afferma – si tratta solo di dare soldi alle industrie tedesche, che fanno il bello e il cattivo tempo nel campo del finanziamento.
La volontà politica
Il primo elemento da tener presente nella costruzione di uno strumento militare è la volontà politica. Dietro la Nato, ci sono gli Stati Uniti. Ma chi sarebbe dietro la non meglio precisata capacità militare europea? La Germania? Visto che il Cancelliere in pectore, Friedrich Merz, non sembra avere un grande consenso, i tedeschi sarebbero d’accordo?
Musica finita. Gli Usa se ne vanno
Se gli Usa dovessero ridurre il loro impegno in Europa, a favore di un maggiore coinvolgimento nell’Indo-Pacifico, si dovrebbe verificare come sostituire le risorse strategiche che lo Zio Sam ha impiegato sinora e le unità effettivamente presenti in Europa, o assegnate al settore europeo dalle pianificazioni in vigore.
Credere in qualcosa, magari…
Dopo oltre trent’anni di riduzione delle forze e di sottocapitalizzazione dei budget della Difesa, le Forze Armate Europee vanno ricostruite con una mentalità immune nelle paturnie pacifiste e con risorse certe.
Non si tratta solo di comprare qualche fucile e qualche sistema d’arma, qualche bel carro armato di nuova generazione come il Lynx.
Si tratta di credere nella propria comunità e di volerla difendere ad ogni costo, che non è la mentalità delle élite attuali, quale che sia il loro posizionamento ideologico lobbistico.
10 anni e 800 miliardi
Il conto delle risorse disponibili è difficile da fare: comprende un reclutamento molto superiore all’attuale; risorse strategiche in termini di satelliti e trasporti a lungo raggio: sistemi d’arma non facili da produrre in Europa. Se alcune delle armi europee fossero comprate in Sud Corea, ci potrebbero essere ragioni di costi e ritmi produttivi.
Non mi sento pessimista dicendo che ci vorranno almeno dieci anni per fare una buona parte di tutto ciò. Discutere oggi di circa 800 miliardi di debiti, da destinare alla Difesa, mi sembra concettualmente scorretto, senza sapere che cosa si voglia fare.
Il recente Consiglio Europeo non pare aver dissipato le nebbie di questa nuova tendenza militarista, che oscilla dal vecchio “armiamoci e partite” al nuovo “noi guadagniamo, voi vi fottete”, ritornello delle oligarchie europee.
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Altro che riarmo eurpeo! Cominciamo a ridare sicurezza alle nostre città e campagne. Meno carcere, pure, ma impiccagioni come nel vecchio West!