Michele Serra a Roma sul palco della manifestazione per l’Europa armata
I relatori alla manifestazione union-europeista di Roma, sabato scorso, hanno ribadito luoghi comuni: gli 80 anni di pace in Europa (l’ex Jugoslavia è in Oceania?); il primato della democrazia europea (gli italiani erano e sono contro l’invio di armi in Ucraina, eppure…).
Grecia, 2009- 2015
Michele Serra ha evocato la crisi greca del 2009-2015. Ma dov’era lui, dov’era il suo giornale di allora, quando l’Ue umiliava la Grecia e faceva carne di porco dei suoi beni? Non ricordo una loro manifestazione… Serra ha intonato poi la lagna moralistica, secondo cui noi italiani (quando c’è da parlar male, smettiamo di essere europei, torniamo italiani) saremmo viziati, con la pancia piena, impigriti dal benessere. Serra ha ignorato la mezza Italia che vive con poco e si ammazza di fatica, per sbarcare il lunario, anche per colpa di trent’anni di austerity.
Pace ora? Inaccettabile
Il meno attrezzato dei relatori, Roberto Vecchioni, ha elencato gli scrittori che ci renderebbero superiori, facendo della cultura un vessillo esteriore, un mezzo di esibizione folkloristica. Per me, che insegno storia, è stato un momento… disarmante. Con la sua “cultura” da salotto, la finta citazione, il tocco fascinoso sui capelli, Vecchioni ha pure affermato che non tutte le paci sono accettabili. Dunque? Che cosa intende fare? Come dovremmo comportarci?
Mettete cannoni nei vostri fiori
Se dovessimo seguire costoro, che cosa ne verrebbe? Dichiarare guerra – peggio, fare guerra senza dichiararla – alla Russia? Combatterla coi nostri soldati? È militarmente possibile? E soprattutto concordano gli italiani, ma anche gli altri europei, in nome dei quali costoro parlavano? Serra, in particolare, ha menzionato più volte la parola “rappresentanza”. Chi si è contro l’invio di armi, che rappresentanza ha avuto in Italia? Che cosa risponde Serra, il democratico?
Vedi alla voce: diplomazia
Assente invece la parola diplomazia. Per avere diplomazia, occorre una cultura politica, un’idea di Stato, di esercito. Per parlare di diplomazia, occorre anche sapere che cosa sia l’Ue. In ogni caso non c’è stato nemmeno un accenno. Eppure con la diplomazia si possono fare tantissime cose, come volgere una vittoria militare in una sconfitta politica.
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Ne abbiamo avuto basta assai degli aedi di guerra, quelli del 1914-’15 e quelli del 1939-’40 (molti meno i sinceri).