
Joscelyn Godwin è considerato, a livello internazionale, uno dei più rilevanti studiosi di esoterismo. Molte sue opere sono tradotte anche nella nostra lingua. Guido Mina di Sospiro è, a sua volta, scrittore di vaglia, autore di numerosi romanzi dai quali traspare il suo interesse per le dottrine iniziatiche. È da poco nelle librerie, per i tipi delle Edizioni Bietti, ben tradotto da Andrea Scarabelli, un volume che i due studiosi hanno scritto a quattro mani, Il libro proibito. Un thriller esoterico (per ordini: 02/29528929, pp. 357, euro 22,00). Dalle sue pagine, il lettore può evincere, non solo la grande padronanza degli autori dei plessi più rilevanti del sapere ermetico, del sapere “riposto” proprio della Philosophia perennis, ma anche la loro non comune capacità scrittoria. La prosa è trascinante, conduce il lettore nelle intricate vicende del thriller e, soprattutto, riesce a far vivere e percepire le “atmosfere”, l’alone magico in cui sono coinvolti, volontariamente o inconsapevolmente, a seconda dei casi, i principali protagonisti del racconto.
Al centro delle vicende sta la famiglia aristocratica dei Della Riviera. Di generazione in generazione, questa Gens, narrano Mina di Sospiro e Godwin, avrebbe trasmesso al momento delle nozze del primogenito, un “libro segreto e proibito”: l’edizione inedita, riservata ai membri di questa schiatta nobiliare, di un testo alchemico assai noto, pubblicato in prima edizione nel 1605 dall’ermetista Cesare Della Riviera, Il Mondo magico de gli Heroi. Il trattato richiama le posizioni ermetiche di John Dee ed è: «la pietra miliare di una corrente di alchimia spirituale italiana, tuttora attiva» (p. 351). È, a tutt’oggi, in commercio l’edizione annotata, introdotta e modernizzata nel linguaggio, da Julius Evola, data alle stampe più volte a muovere dal 1932. Protagonista negativo del giallo è il Barone Emanuele Della Riviera, l’ultimo ad aver ricevuto la pesante eredità del testo “proibito” del suo illustre antenato. I dati storici, ne Il libro proibito, sono commisti alla creazione fantastica: «le allusioni alla vita contemporanea rappresentano in modo emblematico il primo decennio del XXI secolo» (p.7), frangente storico nel quale sull’Europa sembrava incombere il pericolo islamista. Il thriller si apre, infatti, con un attentato alla cattedrale San Petronio di Bologna, dal quale uscì indenne, miracolosamente, Leo Kavenaugh, docente di Italianistica presso la Georgetown University.
Il Barone Emanuele, alla ricerca di “realizzazione” attraverso rituali di magia sexualis, tiene nella villa avita, ubicata nelle campagne veronesi, periodiche conferenze su tematiche e simboli dell’ermetismo a un centinaio di giovani accoliti, provenienti da ogni parte d’Europa. L’aristocratico vorrebbe porsi alla testa di una nuova Lega Santa, capace di rispondere sul campo, come avvenne a Lepanto, all’invasione musulmana. Auspica una rinascita dell’Europa, apparentemente legata alla tradizione cattolica, in realtà mirata a far risorgere un Imperialismo pagano: «debellata la minaccia islamica, avrebbe ripulito l’Europa dal giudeo-cristianesimo» (p. 314). Emanuele, lettore attento del volume di Cesare, presto si rese conto di non essere, “per natura”, dotato per tale Via. Per sopperire a tale mancanza, si dette alla pratica dei riti di magia sexualis con la giovanissima nipote Angela, facilmente assoggettata al suo volere, e dopo la morte di questa, avvenuta durante un rito e causata dalla compressione dell’aorta, avrebbe voluto proseguirli servendosi di sua sorella maggiore, la bella Orsina, già assistente di Kavenaugh negli USA. Il professore, innamorato (senza volerlo ammettere) di Orsina e ricambiato dalla donna, nel frattempo convogliata a nozze con un ricco finanziare di origini scozzesi, Nigel, era stato chiamato in Italia da Orsina Della Riviera, per dipanare il mistero del “libro proibito”. Non ci soffermiamo su tutti momenti della trama, lasciamo che il lettore li scopra entrando nella pagine del libro.
In ogni caso, il narrato è ricco di colpi di scena che si sviluppano, in particolare, nel Palazzo Della Riviera sul Canal Grande a Venezia, una sorta di trascrizione architettonica delle fasi dell’Opera, nigredo, albedo, rubedo. Nell’ “Antro di Mercurio”, costruito nell’area sottostante il Palazzo, veniva custodito il “libro proibito”, posto su una sorta di altare. A sciogliere l’intrico sarà il professore americano che, dotato di naturali capacità magiche e studiando, dopo averla rocambolescamente trafugata dall’Antro, la versione originale de Il Mondo magico de gli Heroi, vide, in un sofferto vaticinio, l’episodio dell’assasinio di Angela ad opera dello zio, e intuì i rischi cui sarebbe andata incontro la stessa Orsina. Inizialmente, gli inquirenti imputarono a Nigel il delitto, in quanto il cadavere della giovane era stato trovato nel bagagliaio della sua automobile. Il “femminile”, il suo potere magnetico, attrattivo e rivelativo, è al centro di queste pagine, non solo nelle figure di Angela e Orsina, ma anche nelle parole dell’anziana domestica Marianna, incolta, che metterà sulla strada della risoluzione del caso il docente-mago“bianco”. Gli ambienti, siano essi le amene e verdeggianti colline venete, cantate da Foscolo – non casualmente autore d’elezione di Kavenaugh, a causa delle sofferenze d’amore raccontate nell’Ortis – o le magiche trasparenze di Venezia, rivelanti, ad occhi sapienti, la possibilità dell’impossibile, svolgono ruolo dirimente. Il misterium vitae, in essi, sovrasta ogni cosa, traligna nei sotterranei del Palazzo: «Angela gridò […] finché realizzò che quelli di fronte a loro non erano i tentacoli di una piovra, ma le radici di un enorme albero» (p. 127), il secolare platano del giardino. Il simbolo anagogico dell’Albero, è essenziale per comprendere il senso del narrato e l’esito della prassi alchemica.
Il Barone perverso e i suoi seguaci attentatori, specificano gli autori nelle Postille che chiudono il volume, non sono veridica rappresentazione della Philosophia perennis, ne sono tragica parodia. Emanuele è: «parodia di quegli evoliani che alterano e viziano lo scopo di tale magia “eroica” e […] dell’intera tradizione ermetica» (p. 351). Per questo, il nobile Della Riviera troverà la giusta punizione e il suo piano diabolico fallirà. A trionfare sarà il misterium coniuctionis che unisce, in uno, il “maschile” e il “femminile” del professore e di Orsina. Mina di Sospiro e Godwin hanno scritto un libro letterariamente godibile, coinvolgente e importante.