Europa, capolavoro di Lars von Trier uscito nel 1991, ha impressionato molti. E von Trier ha poi chiamato la sua casa di produzione Zentropa (cioè Europa centrale), proprio come la compagnia ferroviaria germanica che aveva sottratto il mercato all’Orient-Express, multinazionale con sede a Bruxelles, di cui era vice-presidente: Giuseppe Volpi (,”il signor Bianchi” impersonato da Martin Balsam nel film Assassinio sull’Orient – Express di Sidney Lumet).
Tra Zagabria e Torino
Ora Gianluca Minucci (Trieste, 1987) ambienta il suo Europa centrale, girato a Budapest, su un treno in corsa tra Zagabria e Torino, che può essere solo l’Orient – Express. E’ una primavera drammatica come l’attuale: nell’aprile 1940 mancano poche settimane al crollo militare franco-belga, che obbligherà, a inizio giugno, l’Italia a entrare in guerra contro Francia e Gran Bretagna. Ciò per ostacolare il monopolio della Germania – quasi alleata dell’Urss – sull’Europa occidentale, più che per fiancheggiarla.
La Realpolitik è difficile da rendere in un film. Perciò Minucci immagina che sul suo treno si affrontino, per idealismo, una coppia di agenti dell’Internazionale comunista, manovrati dal Nkvd sovietico, e una coppia fascista inviata dall’Ovra.
La recitazione è sopra le righe e l’esito del viaggio è prevedibile. Ma il film ha meriti ormai rari: dura meno di un’ora e mezza; ha un solo finale, non tre o quattro. Soprattutto è un film che proietta il passato sul presente.
Europa Centrale di Gianluca Minucci, con Paolo Pierobon, Tommaso Ragno, Catherine Bertoni de Laet, Matilde Vigna, 85′
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