
“Voglio dire, è una cifra enorme quella che stiamo offrendo ora agli Stati membri o per acquisti congiunti, 800 miliardi. Quindi è enorme. Pertanto, credo che ora ci concentreremo sulla presentazione delle proposte di legge, siamo sotto pressione per farlo. Vogliamo farlo prima del prossimo Consiglio europeo. Ed è su questo che ci si concentra”.
Con queste non indimenticabili parole, pronunciate il 9 marzo a Bruxelles in occasione della conferenza stampa per i primi cento giorni del suo secondo mandato, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha salutato la nascita del piano “ReArm Europe”, presentato due giorni prima ai Capi di Stato e di Governo dell’Ue.
Umorismo di guerrafondai
Al di là del fatto che il denaro “offerto” (in prestito) agli Stati membri non ammonterà a 800 miliardi di euro ma a 150, mentre i restanti dovranno essere risorse nazionali che la Commissione si limiterà a non computare ai fini del rispetto dei limiti imposti dal Patto di Stabilità, vale la pena di svolgere considerazioni che, se non fossero tristi, potrebbero definirsi divertenti.
– Nello stesso momento in cui la dirompente, anche se poco ortodossa, azione di Donald Trump avvicina per la prima volta il mondo alla prospettiva di una soluzione della crisi ucraina, i governanti europei, con poche inascoltate eccezioni, pensano a “riarmarsi” per difendere il continente, a loro dire, dalla minaccia militare posta dalla Federazione Russa;
– il piano di “riarmo” è stato sì partorito dalla mente di Ursula – non si sa con quale contributo dell’”Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza”, la bellicosa estone Kaja Kallas, apparsa esclusa da ogni attività al riguardo -, ma preconizzato in vari modi dai leader dei principali Stati membri, a partire da quelli delle “locomotive d’Europa”, Francia e Germania, quindi del tutto corresponsabili. Anche perché la Commissione Europea, checché ne dicano gli europeisti duri e puri, non governa il continente, né lo potrebbe governare;
Costituzione? Ma cambiamola!
– da parte sua, il Presidente francese Macron ha asseritamente messo a disposizione dei partner europei la propria (molto limitata) capacità di deterrenza nucleare, col sottinteso che tutti, a partire dalla Germania, la dovranno pagare; e il quasi Cancelliere Friedrich Merz ha parallelamente deciso di riformare la Costituzione tedesca, aumentando il tetto del debito proprio per finanziare il riarmo del Paese;
Bundestag vecchio, voto docile
– le predette “epocali” riforme verranno fatte, sia dalla cristiano-democratica tedesca Von der Leyen, sia dal cristiano-democratico tedesco Merz, “bypassando” i rispettivi Parlamenti: e passi per quello di Strasburgo, i cui poteri sono estremamente limitati; ma non può non sorprendere l’idea dell’aspirante Cancelliere germanico di far votare la riforma costituzionale dal vecchio Bundestag ormai sciolto, per evitare che il nuovo (quello che esprimerà il suo gabinetto!) possa respingerla, dati i diversi equilibri cristallizzati dalle recenti elezioni;
– oltre a queste estemporanee “ingegnerie costituzionali”, di cui è del resto campione in patria, Macron ha proposto di inviare truppe europee in Ucraina per peacekeeping; ma, data la persistente situazione bellica e le ripetute dichiarazioni dello stesso Presidente francese e di altri leader sul pericolo di un attacco russo esteso all’intero continente, con modalità che Mosca non potrebbe mai accettare.
Il non esaltante titolo del piano-Ursula, “ReArm Europe”, dovrebbe forse essere modificato in “Re-HARM Europe”. Il Britannica Dictionary definisce infatti “to harm” così: to cause hurt, injury, or damage to (someone or something). Questa aggiunta di una lettera, una semplice aspirazione in pronuncia, rende chiara la vera natura del piano.
Difendersi da una minaccia non significa essere guerrafondai…questo articolo sembra essere stato scritto da Giuseppe Conte o da Nicola Fratoianni…
Assolutamente no! Lavezzo ha ragione
Macron può noleggiare al massimo il suo proprio deretano!