
Dal 1981, il giorno prima della Notte degli Oscar si tiene a Los Angeles un’altra cerimonia molto attesa dagli spettatori e altrettanto temuta dal mondo del cinema: la consegna dei Razzie Awards, consegnati ai peggiori attori, peggiori registi e peggiori film della stagione precedente. Tanto per fare qualche esempio, Sylvester Stallone è l’attore più premiato in assoluto, con 31 candidature e 10 premi, tra cui quello di “Peggiore attore del XX secolo”, seguito a ruota da Madonna, designata con 8 premi e la qualifica di “Peggiore attrice del XX secolo”. Si avvicina l’edizione 2025, e tra le candidature troviamo entrambi i protagonisti di Joker: Folie à Deux e l’ultimo film di Coppola, Megalopolis, attori e pellicole che, Razzie a parte, rimarranno comunque nella storia della settima arte.
Sotto il circuito mainstream esiste però un’altra dimensione del cinema, quella dei cosiddetti B-movie, un tempo degnamente rappresentati da film di genere come i poliziotteschi, i peplum e gli spaghetti-western, oggi sostituiti da horror/splatter a basso costo. Ne sono un esempio l’interminabile ciclo di Sharknado, dove terribili branchi di squali assassini vengono proiettati da un tornado sulle inermi popolazioni della Florida, oppure le produzioni della Troma Entertainment, che da più di mezzo secolo sforna capolavori assoluti del kitsch come la serie del Toxic Avenger, un ragazzo caduto in un barile di rifiuti tossici diventato un mostruoso super-eroe armato di spazzolone, e titoli come Redneck Zombies e Surf Nazi Must Die!, considerati capolavori assoluti dagli appassionati.
Ancora più in basso esiste, incredibilmente, un’altra categoria di film, talmente brutti da diventare bellissimi, e a questi capolavori al contrario è dedicato il divertente saggio Film brutti (Mimesis, pp 146 €15) di Andrea Carobbio, che ha esaminato una dozzina di pellicole così mal riuscite da rasentare la genialità, e suscitare quindi l’interesse di un pubblico affascinato dall’incapacità del regista, dall’inconsistenza della trama, dalla sciatteria della recitazione e dall’inossidabile presunzione degli sceneggiatori. Tra le perle raccolte nel libro troviamo Alien 2- Sulla Terra, improbabile sequel di Alien realizzato da Ciro Ippolito, vincitore di un’epica battaglia legale con la 20th Century Fox, produttrice del vero Alien, incredibilmente uscita perdente dal regista partenopeo, che ha così potuto tenere nel titolo il riferimento al capolavoro di Ridley Scott anche se il suo “Alien” è stato realizzato con della volgarissima trippa comprata dal macellaio. Ancora più brutti sono i volatili protagonisti di una famigerata scopiazzatura del capolavoro di Hitchcock firmata da James Nguyen: Birdemic, Shock and Terror, dove i rapaci sono disegnati a matita sulla pellicola e vengono sconfitti dai sopravvissuti armati di appendini. Seguono i ridicoli e truculenti super-eroi turchi di 3 Dev Adam, con uno Spider Man cattivo contro una specie di Capitan America in pigiama, e tanti altri titoli pressochè ignoti al grande pubblico ma devotamente apprezzati da legioni di spettetori che ne imparano a memoria gli sconclusionati dialoghi, recitati in celebrate visioni di gruppo. Quasi tutti presenti in Rete, i Film brutti hanno dunque delle linee tematiche comuni: oltre alla pessima regia e alla recitazione inconsistente troviamo una assoluta incapacità nel proporre effetti speciali e trucchi dotati della pur minima credibilità. Ne Il lupo mannaro contro la camorra, il licantropo assomiglia allo scimmione del Crodino che ha sul corpo dei mocio bagnati al posto dei peli, i dinosauri di Carnosaur sono palesemente dei modellini Made in Vietnam e le battaglie di Megaforce sembrano i fuochi d’artificio del Capodanno cinese, mentre il temibile Samurai Cop indossa con la massima naturalezza una parrucca di carnevale come se fosse il parrucchino di Cesare Ragazzi.
Accanto ai brutti film, esistono però anche le serie brutte, come la leggendaria The Lady, arrivata ben alla terza stagione, il cui primo episodio è stato visto su Youtube da più di 1.300.000 persone, tanto per dare un’idea dell’irresistibile forza dell’orrido. Ogni episodio dura poco meno di un quarto d’ora ed è stato scritto, diretto, prodotto, montato e fotografato nientepopodimeno che da Lory Del Santo, la quale ha avuto almeno il pudore di evitare di fare anche la protagonista. Ecco la trama: un’“imprenditrice dal passato turbolento e misterioso” frequenta assiduamente sciami di tamarri in canottiera ai quali elargisce perle di filosofia quali “Ma perché l’amore non è vero, sincero, semplice? Perché sono infelice?”, ottenendo come risposta sentenze del tipo: “Cosciotta mia, come ti desidero!”. In una intervista rilasciata al Wired Next Fest, l’impavida Del Santo si è paragonata a Sorrentino, anche se non sempre condivide tutte le sue scelte: “in Youth ci sono delle lacune, e io l’avrei fatto diversamente” ha affermato la memorabile protagonista di capolavori come W la foca.
Siamo sicuri che Sorrentino, in futuro, farà tesoro di questo prezioso suggerimento.
Tra i brutti le serie poliziesche per le TV: Rocco Schiavone, I bastardi di Pizzofalcone, Il commissario Ricciardi, Petra e pure Le indagini di Lolita Lobosco, con le noiose riprese ‘turistiche’ di una Bari vecchia pulitissima, sicura ed ordinata …
Il peggio sono i pistolotti Politically Correct di Alessandro Gassmann (con la sua amata doppia n), uno che se non fosse figlio del grande Viittorio Gasman mai si sarebbe visto in realizzazioni importanti. Un merluzzo inespressivo, solo alto.
Condivido il giudizio negativo di Guidobono per le serie tv polizieschi italiane, però “Rocco Schiavone” non è così male( salverei anche “Non uccidere” di qualche anno fa…).
Poi i film citati nel libro sono chiaramente trasmessi, ma ve ne sono altri che andrebbero considerare tali, e vengono ritenuti invece capolavori, tipo le stupidaggini di Tarantino(che non indovina un film da “Kill Bill”) o quella ciofeca di “C’è ancora domani “. Ma l’elenco sarebbe veramente lungo…
“….sono chiaramente trash…”
Se Rocco Schiavone non fumasse marihuana in continuazione e non avesse atteggiamenti da vecchio guappo sarebbe accettabile. Giallini non è male come attore. Ma anche De Niro stanca quando comincia con le sue smorfie strane…