
Le guerre non si combattono solo sul campo di battaglia: comunicare politicamente è una questione di parole, presenza, stile, gesti e strategia. Si può vincere una guerra solo col linguaggio? No, però si può perdere tutto, se si sbaglia tono. L’Ucraina ha messo alla prova la capacità dei leader di dare un messaggio chiaro e convincente, rivelando differenze nei loro approcci.
Trump e Zelensky: opposti
Donald Trump e Volodymyr Zelensky rappresentano due estremi nel panorama della comunicazione politica. Trump è teatrale, provocatorio, dominatore della scena: frasi taglienti, gesti esagerati, retorica infarcita di iperboli e attacchi diretti. Lo scopo? Dividere, polarizzare, rafforzare l’identificazione tra sé e il pubblico. Ogni sua apparizione è studiata per accentuare l’effetto emotivo. Non ha nascosto che le terre rare gli fanno gola e ha fatto a Zelensky una proposta che non può rifiutare.
Zelensky, ex attore, ha trasformato il suo talento comunicativo in un’arma di sopravvivenza nazionale. I suoi discorsi sono appelli all’umanità, alla resistenza, alla responsabilità collettiva. Con un tono grave e parole semplici, evita il formalismo per creare un legame diretto con i cittadini e i leader stranieri. L’uso strategico dei video lo ha reso il volto di un Paese in guerra, rendendo impossibile ignorare il dramma ucraino. Resta da vedere come interpreterà il ruolo del perdente per l’uscita di scena.
Meloni, Macron, Starmer
Emmanuel Macron ha uno stile presidenziale e raffinato. Ama i riferimenti storici, la retorica alta. Vuole apparire statista e mediatore, ma ciò rischia spesso di renderlo distante. Sulla guerra in Ucraina ha oscillato tra tentativi di dialogo con Mosca e il rafforzamento dell’impegno militare, senza mai abbandonare il tono professorale. Rincorre la Grandeur, ma ha perso la strada di casa e anche se stesso.
Keir Starmer punta su pragmatismo e concretezza. Evita i toni drammatici, preferisce la chiarezza ai voli pindarici. Vuole essere percepito come affidabile e misurato, pronto a rafforzare il ruolo del Regno Unito, senza scivolare nella retorica populista. Sembra anche proporsi come leader europeo. A proposito: non c’era stata la Brexit? E che cosa ci facevano a Londra Canada e Turchia?
Indecisi a tutto
In tempi di crisi, la comunicazione è essenziale per costruire alleanze e mantenere il consenso. Trump e Zelensky hanno saputo imporsi con stili opposti, ma ugualmente efficaci (non sempre), mentre i leader europei sembrano spesso in bilico tra pragmatismo e indecisione.
La guerra in Ucraina ha rivelato quanto sia difficile per l’Europa trovare una voce unitaria. Meloni, Macron, Starmer e gli altri europei parlano lingue diverse, con toni e strategie che si sovrappongono o si annullano. Il rischio? Che, nel coro delle mille voci discordi, alla fine non ne resti nessuna. Che la “coalizione dei volenterosi” e il coro degli “armiamoci e partite” non partorirà nemmeno un’armata Brancaleone.
Forse l’Europa non è più nemmeno un’illusione: è un territorio conteso, un mercato da spartire, una terra senza voce e senza volontà. Non una potenza, non un’idea, nemmeno una comunità.
L’Ucraina non è Europa (storicamente), così come non lo è la Russia. Teniamocene fuori, finalmente!
Concordo che l’ Europa sia una scatola vuota, un’ espressione geografica. Quanto a Macron e’ un guerrafondaio velleitario, un galletto che vuol emergere ma deve stare attenti. Zelensky? Un mediocre attore che medica disperato nascondendo le sue responsbilita’ nella guerra, vedi Donbass e che vive grazie agli allocchi europei
Guidobono: la Russia e’ europea e anche in parte asiatica.
La Russia diventa europea (molto parzialmente) solo con Pietro il Grande ad inizio del ‘700. Troppo poco per essere considerata veramente, non solo geograficamente europea! Peraltro, la scrittura arrivò in Russia quasi 20 secoli dopo che a Roma…
Basta rivedere la vita e le famiglie dello zar Pietro per capire che erano rimasti barbari sanguinari.
La Russia era la 3 Roma. Studiare
Studia tu! Terza Roma era una formula autopropagandista… Comunque, la Russia è la sua storia, come tutti, ed il suo presente… Al di là delle nostre forze… Bisogna essere realisti a questo mondo…
Formula diffusa da Ivan III e poi da Ivan IV che si consideravano i continuatori della caduta Costantinopoli come protettori della Chiesa Cristiana Ortodossa…