Nei Promessi sposi di Alessandro Manzoni, cap. XX, il Nibbio è il capo dei bravi dell’Innominato, “uno de’ più destri e arditi ministri delle sue enormità”, noto come rapitore di Lucia Mondella dal convento della monaca di Monza, fatto che avvia la conversione dell’Innominato.
Nel film di Alessandro Tonda intitolato Il Nibbio, questo è il soprannome di Nicola Calipari nel 2005, quando è capo sezione spionaggio estero del Sismi, ora Aise. Quest’ultimo rende pubblico l’avallo a un film che, nel XX anniversario della morte di Calipari. nasce a sinistra durante un governo di destra. Tortuose sono le vie del patriottismo.
Baghdad, 4 marzo 2005
Il Nibbio di Tonda è infatti scritto da Sandro Petraglia (lo stesso del Muro di gomma di Marco Risi) per esprime chiaramente, ma non ufficialmente, il disagio della Repubblica Italiana per ciò che avvenne il 4 marzo 2005: un assassinio, impunito, avvenuto sulla strada per l’aeroporto della capitale irachena. Il film pare un risarcimento morale alla famiglia del Caduto, ma anche un bando di concorso, come quello della Marina Militare di una volta: “Vieni all’Aisi. Sarai un tecnico. Girerai il mondo”.
Interpretato sobriamente, quindi bene, da Claudio Santamaria, il Calipari del film ha lo spirito del boy scout che era da ragazzo; ha una moglie progressista (interpretata da Anna Ferzetti), che, da vedova, entrerà in Parlamento col Pd; ha una figlia pacifista (Beatrice De Mei).
“Vogliono solo il petrolio degli iracheni!”
Al suo superiore a Forte Braschi (nella realtà: Nicola Pollari), il Calipari cinematografico rinfaccia: “Milioni e milioni di italiani sono contrari alla guerra all’Iraq, sanno che serve solo a prenderne il petrolio”. Dialoga col direttore del Manifesto (nella realtà: Gabriele Polo) per liberare Giuliana Sgrena (Sonia Bergamasco), rapita da “un gruppo sunnita”. Ma a chi fa capo? Nulla è ciò che sembra in queste situazioni. Neanche a Roma, dove il governo Berlusconi vuole trattare, contro le volontà degli Stati Uniti (che pure trattano per i loro ostaggi, sebbeno lo neghino).
Come agente dell’Aise, Claudio Santamaria è più credibile di Paola Cortellesi in Ma cosa ci dice il cervello di Riccardo Milani (2019), il precedente film, sempre made in Aisi, su una spia italiana.
Baffi sottili, come Falcone e Borsellino
Giacca e cravatta come uniforme, baffi sottili e destino crudele accomunano Nicola Calipari a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino Come loro, è un martire, ma è meno onorato: il suo nome è sulla targa di un giardino a Roma, in piazza Vittorio, e poi su vie secondarie di piccoli centri…
Il film di Tonda ricorda, oltre a Calipari, Stefano Chiarini, bravo giornalista, che, a Baghdad già dal 1990-1991, raccontava sul Manifesto ciò che vedeva, non ciò che la propaganda esigeva dagli altri quotidiani italiani.
Il Nibbio di Alessandro Monda, con Claudio Santamaria, Sonia Bergamasco, Anna Ferzetti, Beatrice De Mei, 109′
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