
C’è una differenza essenziale tra concetti come “natura” o “ambiente”, che sono invenzione dell’uomo, e “creato”, che è invenzione di Dio. Ne dà una ampia, dotta e godibile prova don Marco Belleri in Creato. Parola di Dio (Libreria Editrice Fiorentina, pp. 180, euro 15), che si presenta come uno studio ispirato all’enciclica Laudato sì, del 2015. Ma il lavoro di don Belleri ha radici più profonde e lontane nel tempo. A questi temi si dedica, nello studio e nella pratica, prima da ingegnere, poi da contadino e quindi da sacerdote nella diocesi di Siena.
Carenze ed errori
Anni di lavoro e di studio, soprattutto in ambito teologico e filosofico, hanno portato don Belleri a recuperare temi, testi sacri e scrittori religiosi, che gettano una luce cristiana sul rapporto tra uomo e natura, due fondamentali elementi del creato. Ma dallo studio emergono anche carenze ed errori del pensiero teologico occidentale.
Chiesa latina, pensiero laico
Uno dei più perniciosi nasce dal concetto di partecipazione dell’uomo alla regalità di Cristo, che finisce per giustificare il dominio umano sulla natura. Da qui discende il divorzio tra due componenti essenziali della creazione, cui la chiesa latina non ha mai saputo e voluto porre rimedio e, anzi, ha trasmesso al pensiero laico.
Riflettere sui mezzi
In questa chiave è interessante anche la lettura fornita da don Belleri circa una sostanziale sottomissione della chiesa latina al prevalere, sempre più manifesto, della tecnologia in ogni ambito della vita. Scrive infatti. “Negli ultimi 50 anni non c’è stato alcun intervento serio sulla liceità morale di tutte le innovazioni tecnologiche e ci troviamo ora, nella mentalità comune, alla mancanza di qualsiasi limite in ogni campo della manipolazione”. Ovvero all’illusione che ogni mezzo sia buono o cattivo, a seconda dell’uso che ne fa l’uomo. Mentre è proprio sulla natura dei mezzi che bisognerebbe riflettere.