
L’Instinct de mort di Jacques Mesrine (si pronuncia: Merin) è un’autobiografia che, dal 1984, è nel catalogo delle Editions Champ Libre di Gérard Lebovici, produttore, eminenza grigia del cinema francese, fondatore dell’agenzia Artmedia, egemone in Francia nel campo dello spettacolo.
Ma le memorie del rapinatore francese (1936-1979), parà nella guerra di Algeria, militante dell’Oas, nemico pubblico n. 1 e nuovo Robin Hood, cui si attribuivano 39 omicidi, erano già apparse per le Editions Jean-Claude Lattès nel 1977.
Legge retroattiva e ad personam
Nella ristampa del 1984, si legge che le azioni di Jacques Mesrine “lo hanno reso, per i contemporanei, il simbolo della libertà e come tale a trovarsi bersaglio di una legge retroattiva ad personam di confisca perpetua dei diritti d’autore per crimini di cui era accusato altrove. Nello stesso periodo, Jean-Claude Lattès è il primo editore della storia a tollerare che si tratti così un suo autore. Mesrine gli comunica quindi di non considerarlo più suo editore. Lattès annuncia di ritirare il libro, spiaciuto alla polizia. Dopo l’assassinio di Mesrine, però, lo ristampa. Ma si oppongono gli eredi Mesrine. Così il grande onore di pubblicare Jacques Mesrine tocca a Champ Libre”.
Detenuto in attesa d’evasione
Sabrina, figlia di Mesrine, precisa: “Mio padre scrisse l’autobiografia nel 1976. Allora lo vedevo ogni settimana nella sala visite della prigione di Fleury-Mérogis. Per lui, L’instinct de mort era una requisitoria, non un’arringa. Eppure il libro è stato vietato. […] Il 2 novembre 1979 lo Stato assassina mio padre. Nel libro lui ha manifestato amori e odi senza compiacimento, ‘liberamente’. A rimettere in libertà L’Instinct de mort” è Champ Libre, quattro anni dopo [gennaio 1984, ndr].
Traduzione italiana nel 2017
Nel 2006 esce la riedizione tascabile presso Le Chien Rouge. Da questa versione deriva la traduzione italiana delle Edizioni Milieu (2017, euro 17,90).
Prima di finire sotto una raffica di mitra della polizia, Mesrine aveva pubblicato anche, in Canad,a Coupable d’être innocent: un récit vécu où deux innocents ont failli être condamnés (Editions France-Amérique, 1979), raccontando dell’omicidio di un oste del Québec e, ancora una volta, denunciando i metodi della polizia.
André Génovès e Jean-François Richet
L’avvocato di Mesrine quando è chiuso a La Santé (prima della spettacolare fuga nel 1978), Martine Malinbau, pubblicherà nel 2008 le lettere che si erano scambiate col titolo Mesrine intime. Lettres de prison à son avocate” (Editions du Rocher).
Due mesi dopo aver riedito le memorie di Mesrine, il 5 marzo 1984, Lebovici – produttore di Eric Rohmer, Alain Resnais – è assassinato in un garage pubblico della parigina Avenue Foch: crimine rimasto senza un colpevole, attribuito a servizi segreti. Appare anche, scritto e diretto da André Génovès, il film Mesrine (1984), con Nicolas Silberg.
Artmedia in “Chiami il mio agente!”
Nel 2008 appaiono in Francia e nel 2009 in Italia Nemico pubblico n. 1. L’istinto di morte e Nemico pubblico n. 1. L’ora della fuga, film in due parti di Jean-François Richet (2008), con Vincent Cassel.
Se invece è la vicenda di Gérard Lebovici a interessarvi più di di quella di Mesrine, la serie tv francese Chiami il mio agente! (4 stagioni fra 2015 e 2020 sulla rete France 2 col titolo Dix pour cent) romanza la vicenda di Artmedia. Netflix l’ha diffusa in Italia fra gennaio 2019 e gennaio 2021.