
È l’adamantio al centro di Brave New World, nuovo capitolo della saga Captain America, che al botteghino delude le attese della produzione.
Veleni inquinano il mondo e perfino la presidenza americana, con il nuovo inquilino della Casa Bianca, che fa un patto con gli avengers. Desiderio nascosto, forse, nell’animo dello stesso presidente, Donald Trump, consapevole però che nella realtà di oggi non ci sono supereroi .
Nel film, però, di evocativo della realtà c’è un attentato… Ma sono veleni e inquinamento a stabilire i rapporti tra la corrotta presidenza di un Harrison Ford, cui è dato scarso risalto, e superuomini tratti dalla naftalina, dove erano confinati, per tornare ad agire e soprattutto a volare.
È proprio nell’aria sono gli scontri più importanti e certo più appariscenti, ma un film come questo non rischiava di fallire sotto l’aspetto dell’avventura: quella è una promessa sempre garantita e mantenuta.
Piuttosto, il film n. 35 del Marvel Cinematic Universe pare non saper più dove attingere motivi nuovi. Raschiare il fondo del barile è l’incubo di ogni nuova produzione delle serie.
Per ora, missione compiuta con troppi distinguo. Il presidente, che si trasforma in Red Hulk e viene poi arrestato, è un modesto sogno americano stile dem, che trova la sua improponibilità nell’affidare quello stesso ruolo a un ottuagenario, seppur mitico.
Captain America: Brave New World di Julius Onah, con Anthony Mackie, Danny Ramirez, Lyv Tyler, Harrison Ford, 118′
non è originale nel 1976 Capitan America ammazzava Nixon secondo loro