
Pubblichiamo una analisi di un intellettuale tedesco, non ostile alle idee nazionalpopuliste, che evidenzia luci e limiti della proposta politica di alternativa per la Germania, alla luce del risultato delle elezioni politiche di domenica. Da leggere per comprendere come una piattaforma di governo debba avere proposte oltre che istanze protestatarie, pur in presenza di una reazione identitaria alla crisi economica e all’emergenza immigrazione. (g.a.)
Diario tedesco. Incontri lungo il cammino verso il seggio elettorale. Le persone si urlano istruzioni per assicurarsi di mettere la propria croce nel posto giusto, si offrono assistenza per il voto diretto in cabine doppie, chiedono quante volte hanno votato oggi e con quale travestimento e sentono il detto un po’ più sottile secondo cui la Sassonia-Anhalt è sopportabile solo se è completamente blu.
La coppia della CDU passa con il figlio, la donna li saluta amichevolmente, l’uomo non ce la fa più, semplicemente non è più possibile, e anche il figlio fa lo stesso. Si tratta di un processo piuttosto triste. Perché?
Quest’uomo è impegnato in attività che non solo animano il villaggio, ma contribuiscono anche alle sue feste. A livello di quartiere, di impegno, di volontariato e di una visione consolidata di ciò che è necessario, la prestazione supera sempre l’atteggiamento, sempre. Cosa importa alla banda di ottoni, alla società di storia locale, alla stazione dei pompieri e allo stagno del villaggio dove qualcuno ha lasciato il segno prima di prendere la tromba e il libro cassa, la scopa e il rastrello per le foglie?
Ma il giorno delle elezioni è un giorno di convinzioni e il compito di stroncare tutto sul nascere non è facile. Deve essere deprimente sostenere la forza più forte a livello nazionale, ma vivere in una comunità in cui entro le 18:00 quasi il 50 percento degli elettori avrà votato per l’AfD.
Almeno, questi sono i numeri che circolano nel pub dalle sette e mezza in poi. L’associazione giovanile consegna il risultato dello scrutinio su un foglio di carta. Ma la situazione si perde un po’ perché al 90° minuto il Bayern segna il 3-0 e contemporaneamente suona l’allarme gol su tre cellulari.
Si congratulano con me, il che è abbastanza strano, e restano stupiti quando spiego che non c’è motivo di congratularsi: non tifo per il Bayern. Il “Di nuovo tu!” Sento ancora mentre pago il mio boccale. Poi me ne vado.
Perché il 20,8% a livello nazionale non è un successo sensazionale per l’AfD?
- In una situazione disastrosa come quella tedesca, conquistare un elettore su cinque non è un risultato. Non è nemmeno un merito se si tiene conto della mobilitazione della società civile, del suo discorso sul “muro di fuoco” e della criminalizzazione dell’AfD. Uno su cinque: È quello che c’è stato per tre anni, un misto quindi di anni della Merkel e di fallimento del semaforo, il risultato di una realtà ormai scioccante e dell’ovvia ricerca di un’alternativa.
- L’AfD non è stata in grado di formulare una strategia e di segnalare la sua capacità di governare a tutti i livelli. Quali azioni politiche simboliche il giorno dopo le elezioni, quali passi nei primi cento giorni? Quali aggiustamenti possono e vogliono essere fatti immediatamente? Chi sarà Ministro degli Interni, chi degli Esteri, chi dell’Economia e chi delle Finanze? Gli avversari e i media possono essere tenuti occupati con segnali di forza e competenza, ma soprattutto da una chiarezza strategica da cui si possano ricavare i principi guida, il linguaggio visivo, la spinta e l’essenza del simbolo: questo è il modo in cui vogliamo apparire, questo è il modo in cui vogliamo operare.
- Se ciò che è stato realizzato è già in atto da circa tre anni, significa che non è stato sfruttato il nuovo potenziale. In poche parole, il partito sta ristagnando nel suo sviluppo. Il fatto che la CDU abbia copiato il programma dell’AfD non può essere usato come scusa: Chi detiene il 20% non deve limitarsi a descrivere impotente una simile sfida, ma deve abbandonare il classico potenziale della CDU a sinistra e attaccare e scavare laddove appaiono le crepe: ovvero laddove la realtà della vita non è più gestita correttamente e far sentire la propria voce. In questa direzione è necessario agire ed espandere la propria base: giovani elettori, lavoratori autonomi, ceti meno tutelati.
- I giovani elettori sono stati abbandonati, il loro comportamento di voto irregolare non è stato reso un prerequisito per la campagna elettorale e si è dato per scontato che questo campo, già conquistato una volta, non avesse bisogno di essere riconquistato. Il fatto che l’AfD abbia sciolto la sua organizzazione giovanile un mese e mezzo prima delle elezioni è stato l’errore decisivo in questo contesto. L’organizzazione giovanile ha legato il partito alla corsa creativa, sperimentale, entusiasmante dei social media, ha fatto apparire l’AfD provocatorio, agile, orientato al futuro e ha tolto il suo status giuridico. Incarnava il “partito di tipo diverso”, il “partito del movimento”. Di questo carisma non c’è più traccia.
- Il rapporto tra gli Stati federali “consumati” e quelli “freschi” è lo stesso che esiste tra le associazioni statali di successo e il governo federale: non hanno molto a che fare gli uni con gli altri. Le differenze sono enormi. Forse le apparizioni di Elon Musk e, più recentemente, di J. D. Vance hanno irritato le pagine dei giornali, la classe politica ed i benpensanti delle grandi città, ma è più che probabile che Il tipico elettore dell’AfD delle regioni del Saalekreis e dell’Erzgebirge si sia chiesto perché le parole più chiare sulle questioni sociali provengano dal partito di sinistra die Linke.
(da Sezession.del 24.2.2025)
* Dirige la casa editrice Antaios
Non conoscendo la realta’ tedesca non posso criticare l’ analisi di Kubitschek. Mi limito a dire che mi sembra eccessivo dire che Afd non abbia una strategia, un programma per poter governare. Allo stesso modo non mi pare che i popolari e la Spd ce l’ abbiano cosi’ chiaro, i socialisti poi che perdono voti. Insomma, governato un Paese in crisi non sara’ facile per il governo che verra’ mettersi d’accordo.