
In apparenza l’uninominale secco (chi prende più voti, governa), sistema elettorale auspicato dal grande Giuseppe Maranini, rappresenta un vulnusper la democrazia, consentendo a chi prende il 20% dei voti di vincere, se tutti gli altri, cioè l’80 %, fossero sotto quella cifra (anche se di poco). Ma le vicende della Francia e della Germania inducono a qualche riflessione critica:
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Se, in un paese con tre partiti in competizione, un partito di destra prende più voti degli altri due e questi appartengono, l’uno, alla famiglia di John Locke e J. Stuart Mill, e l’altro a quella di Lenin e di Stalin, non c’è proprio nulla da dire se il secondo e il terzo si coalizzano contro il primo (in nome, ovviamente, del fascismo eterno di umbertoechiana memoria)? Certo, si può sempre ricordare: “
E’ la democrazia, bellezza!”
. In effetti è così. Governa chi può contare sulla maggioranza dei rappresentanti del popolo e, se la maggioranza c’è, la legalità diventa legittimità. Resta, tuttavia, una forte sensazione di disagio per i non ’casti connubi’ che vengono celebrati, sicché pensare a un nuovo sistema elettorale, forse, “nun è peccate”.
2. L’uninominale secco, proprio nel timore della vittoria elettorale di un partito ritenuto ‘impresentabile’ e pericoloso per le istituzioni democratiche, indurrebbe a semplificare drasticamente il quadro politico e a spostare i voti radicali su formazioni più moderate e in grado di convincere la maggioranza degli elettori. In tal modo, il partito vincente avrebbe il diritto e il potere effettivo di governare senza ricorrere ad accordi e a compromessi, che, certo, non rafforzano i valori della società aperta e liberale.
3. Un tempo si diceva che il sistema proporzionale garantisce la rappresentatività degli elettori (assicurando anche a partitini del 2% una rappresentanza parlamentare), sennonché una political culture, come la nostra, sempre più impegnata nell’Sos democrazia!–’”Annibale è alle porte”—e in grado di aggregare consensi solo in vista di qualche temuto attentato alle libertà e ai diritti dei cittadini, finisce per non garantire più niente.
Sull’anti non si costruisce nessun modello di convivenza civile. Semmai si scrive una Costituzione come quella italiana, che Francesco Cossiga considerava “la più brutta del mondo”.