
Coloro che bene o male hanno fatto proprie nuove sintesi sono usciti da una visione ripetitiva della storia. Un conto è la filosofia o le scienze, persino la religione, ma la ciclicità è un dato naturalistico o metafisico. Non può esserlo delle scienze sociali.
Sia chiaro, dunque, che oggi non è in atto nessuna Yalta 4.0. In senso strettamente ideologico, come alcuni vorrebbero schematizzare. Gli uomini, i potenti, gli stati, si fanno le guerre per raggiungere scopi. Sempre diversi. Sempre nuovi. Sempre quelli, alla fine, ottenibili nella sfera del reale. Spesso diversi dagli auspici iniziali di un’intrapresa.
Trump in questo senso, volente o per caso, non si è distaccato dal percorso dell’imperialismo americano: lo dimostra la trattativa vincente sulla Siria (sottratta all’influenza Brics), l’aggressività per le risorse del mediterraneo palestinese; gli obiettivi su Groenlandia, Canada e Messico. Trump rappresenta semplicemente una tattica diversa. Obiettivi nuovi all’interno di interessi strategici costanti.
L’Europa risulta così impreparata, non tanto alla presidenza Trump, quanto ad un piano tattico non previsto. Ma non si tratta di geopolitica. L’Europa non è un attore geopolitico da molti anni. Qui si tratta piuttosto di impreparazione delle classi dirigenti continentali ad eventuali nuovi assetti del capitalismo occidentale.
Che gli Usa decidano di riallocare le risorse spese in Europa sul fronte militare e quindi ideologico (vedi UsaId e richiesta di maggior partecipazione degli alleati al finanziamento della Nato) sposta qui soprattutto ciò che banalmente, da un punto di vista commerciale, definiremmo “mandati provvigionali”.
Vi disgusta questo linguaggio marxiano, così crudo e venale? Immaginavate grandi cambiamenti ideologico-politici? Nuove bestie da cavalcare nella speranza di non farsi cavalcare? Spiacente, sono solo fumettistica interpretazioni di una mentalità provinciale decadente.
E’ infatti, altamente probabile che il nuovo corso americano comporti nel medio termine una strategia invero piuttosto consolidata che già, in queste ore, prende corpo nelle parole del team leader commerciale Ursula Von der Leyen, ossia l’uscita dal patto di stabilità delle spese militari. Blackrock ed i propri emissari sul vecchio continente saranno ben lieti di finanziare un finto riarmo europeo al modico prezzo di poter a breve giro rifarsi sulla gestione dei fondi pensione e sanitari privatizzando il restante privatizzabile.
Come potete facilmente capire in Ue non si parla, quindi, di geopolitica ma di scambi finanziari e commerciali. Sulla pelle dei popoli e dei lavoratori. Un elemento che Trump conosce molto bene e che gioca con estremo realismo sul tavolo degli interessi americani nella corsa al dominio dello Stato mondiale.
Per noi altri, pagatori e non riceventi, valga la vecchia regola comunista della Pace e del Lavoro.