
La Conferenza di Monaco sancisce che il mondo non è più americano-centrico. Ciò non perché Trump abbia rivoluzionato le dinamiche planetarie, ma perché la storia non è finita con la caduta dell’Urss. Anzi, è così viva che si stenta a indirizzarla.
Dall’intervento della Nato in Jugoslavia alle “primavere arabe” e alle derivanti guerre regionali, attraversando la crisi nel 2006 del mercato immobiliare negli Stati Uniti, fino al Covid e alla guerra in Ucraina, il mondo non è stato a guardare: in particolare si muovono Russia e Cina, Arabia Saudita ed Emirati, Turchia e Qatar, Brasile e India, Iran, Israele e Indonesia. La vitalità si sposta dal Vecchio Continente a popoli più energici. Trump interpreta il cambiamento.
Washington non crede alle lacrime
Come europei, siamo così obsoleti – come dice Putin – da aver perso la creatività che permette di fare la storia, non di subirla. Ecco l’immagine più patetica di un’Europa tramontata: il presidente della Conferenza di Monaco , Christoph Heusgen, in lacrime, mentre dichiara che i “valori occidentali” non sono più condivisi. Ma quali valori? Quelli della guerra?
Andavamo a tutto gas…
L’Europa produce sempre meno, innova sempre meno, invecchia. Ripete: guerra, guerra e guerra. L’ultima competitività rimasta all’Europa era la capacità industriale, ma dipendeva dal basso costo energetico. Ce lo siamo giocati per sostenere chi combatte la Russia, da due decenni nostro migliore alleato economico.
Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, dice che i veri nemici dell’Europa sono dentro, e non fuori dall’Europa stessa.
“Culto delle ceneri”
Che fare? Abbiamo un bagaglio storico-politico-culturale enorme che, se riconosciuto, può aiutarci a recuperare la vitalità e la creatività perdute. Ma questo bagaglio non è “il culto delle ceneri”, come diceva Gustav Mahler, né limitarsi agli ultimi 70 anni. Riconoscere il bagaglio identitario, calpestato dalla follia “woke”, è il primo passo. Poi occorre il coraggio di guardare avanti per soluzioni nuove.
La storia è un susseguirsi di sconvolgimenti: perfino l’Impero Romano è crollato. Fino ad oggi altre migliaia di eventi hanno scompaginato confini, culture, costumi, modelli politici dei popoli. Come Stato unitario, l’Italia è recente.
Tornare alle valute nazionali
Si può salvare l’UE? Meglio di no. Magari si può pensare a più Europe, con l’Euro non più moneta “corrente”, ma moneta finanziaria, tornando a valute nazionali per sostenere l’economia, con banche centrali che ritrovino autonomia.
Insomma, è inutile continuare a pensare che i confini siano tracciati, i modelli politici siano esauriti. Trump fa il suo gioco da protagonista del mondo nuovo. Pensate alla sua squadra di governo e all’età media così bassa di chi lo compone. Pensate alle “soluzioni” roboanti (Panama e Groenlandia non sono solo sparate, se si approfondisce). A chiamare pazzo Trump sono le élite globaliste: per mascherare la loro agonia.