
Italo Cucci è tenuto a battesimo da Italo Balbo. Ha diretto e ri-diretto Il Guerin sportivo, QN, Corriere dello Sport. Ha cominciato la carriera di giornalista da ragazzo, collaborando a Reporter di Adriano Bolzoni, che per critico cinematografico aveva Pier Paolo Pasolini; e allo Specchio di Giorgio Nelson Page, che per editore aveva Giulio Andreotti.
Per il cinema Cucci ha scritto Ultimo minuto di Pupi Avati (1988), con Ugo Tognazzi e Nik Novecento: un film sul calcio, un capolavoro non fortunato: chi vede film raramente ama il calcio, chi ama il calcio raramente va al cinema.
Oltre al giornalismo e allo sport, Cucci ama le canzoni: è una memoria vivente del Festival di Sanremo.
Dottor Cucci, qual è il suo primo ricordo del Festival?
“Vola Colomba, cantata di Nilla Pizzi nel 1952, canzone dedicata a Trieste, separata dall’Italia, cui sarebbe tornata solo nel 1954. Parla di innamorati separati dal confine”.
Un enorme successo, come anche…
“… Le campane di San Giusto. Claudio Villa canta: ‘Le ragazze di Trieste / Cantan tutte con ardore / O Italia, o Italia del mio cuore / Tu ci vieni a liberar!'”.
Giornalista sportivo, paroliere…
“… Comincio a scrivere canzoni quando c’è ancora solo la radio, cioè prima del 1954. Diventato giornalista sportivo, vado a Laigueglia per una gara. Gianpaolo Ormezzano mi propone di proseguire verso il Festival di Sanremo, per le pagine di due giornali sportivi. Nel 1969 dell’esordio di Lucio Battisti, con Gianni Ravera e Adriano Aragozzini, organizziamo la rassegna ‘Una canzone per la vostra squadra’. Devono scriverle i lettori”.
Sono divenute motivi celebri?
“Nel locale di Paolo Bacilieri (nel ’59 cantante del programma Rai-Tv Il musichiere) a Riccione lancio l’Equipe 84, che ha una canzone per il Modena Calcio”.
Titolo?
“Canarino va”.
Per via del colore delle maglie.
“Agli albori, l’Equipe 84 è conosciuta anche per Canarino va, e Maurizio Vandelli, il capo del gruppo, non ne è orgoglioso”.
Lei è inviato al Festival di Sanremo fino al…
“… 1968, quando Tony Renis e Domenico Modugno cantano Al posto mio”.
Accennava a Lucio Battisti.
“Il suo ufficio stampa mi manda Per una lira, suo primo 45 giri“.
Per la musica leggera è un periodo d’oro.
“Più tardi, dirigendo il Guerin Sportivo, apro la sezione ‘Playsport e musica’. Un lungo incontro con Patty Pravo è un mio ricordo piacevole e appassionante. Risale al 1973, anno di Pazza idea”.
Altri divi sul suo cammino?
“Fred Buscaglione… A quei tempi, appena posso, canto al night club. I miei cavalli di battaglia sono brani di Nat King Cole e Gilbert Bécaud”.
Le piace sempre il Festival di Sanremo?
“Molto. Ci sono personaggi particolari. La mia preferita: Elodie. Ho appena ricevuto il Calendario Pirelli con le sue foto. Musica e sport mantengono giovani”.
Esce C’era una volta il Cantastampa, un libro di Michele Bovi (Coniglio Ed.).
“Il Cantastampa è la rassegna musicale più prestigiosa e dimenticata degli anni ’60. Si pensa a giornalisti per farne parolieri: Maurizio Costanzo, Sandro Ciotti, Emilio Fede, Gianni Minà, Antonio Lubrano, Giuseppe Marrazzo e Vincenzo Buonassisi e anch’io”.
Quali brani scrive?
“Nelle teche Rai non c’è più traccia di questa rassegna. Credo che siano persi tutti i filmati. Perciò Bovi, col paroliere Pasquale Panella, ha raccolto testimonianze e foto rimaste di questa manifestazione nel libro”.
Rammenta un titolo suo?
“Bovi ha trovato una mia canzone alla Siae. A Bologna scrivo testi per un signore della casa discografica La Voce Del Padrone. Collaboro con Paolo Zavallone, cantautore e arrangiatore, ed entrambi collaboriamo coi frati dell’Antoniano. Per Martini, un cantante oggi dimenticato, scrivo Susanna B., andato sul Cantastampa”.
Il suo maggior successo canoro?
“Lo canta Robertino: Mi hanno detto di no“.
Altre celebrità musicali che conosce?
“Carlo Alberto Rossi, uno tra i maggiori compositori italiani, apre un locale sulle colline di Rimini. La sera stessa si esibisce Mia Martini. Il primo articolo su di lei reca la mia firma ed esce sul Resto del Carlino: è stato ripreso nel libro Mia Martini di Salvatore Coccoluto (ed. Imprimatur). Al Carlino oggi sono ricordato per avervi portato il rock”.
E poi?
“Sempre al Carlino vengono, per farsi intervistare, esordienti che si chiamano Milva e Iva Zanicchi, Morandi e Dalla… Il discografico Roberto Dané mi fa assistere alla registrazione di Via della Povertà di Fabrizio De André. Da 70 anni ho la fortuna di vivere nel mondo della musica”.
Continui.
“Sono testimone di eventi rimasti nella memoria collettiva. Ho una collezione di long playing, in parte ho donati alla Casa della musica. Sono stato molto amico dei Rokes. Da poco ho incontrato Shel Shapiro. Con Casadei porto a Ravenna, alla Ca’ del Liscio, Ray Charles”.
E ora?
“Vivo a Pantelleria. Qui conosco e frequento Stefano D’Orazio dei Pooh, amicizia divenuta più stretta quando lui ha scopre che ho i suoi dischi”.
Torniamo a Battisti.
“Lucio vive a Rimini quando ci vivo anch’io. Ma lui non vuole essere disturbato. La moglie lo protegge, perché la sua popolarità è immensa”.
Rimorsi? Rimpianti?
“In aeroporto incontro la grande Fiorella Mannoia. Le ricordo che, 40 anni fa, ho recensito un suo disco. Dall’espressione del viso, lei non gradisce. Mi è spiaciuto”.