
Serata 2 del Festival di Sanremo. Damiano David – dei Maneskin – sorprende con la toccante versione di Felicità di Lucio Dalla e il teatro Ariston si commuove. Sul palco, con David, ci sono l’attore cinematografico Alessandro Borghi e il piccolo Vittorio Bonvicini, in lacrime. David non solo canta, manda un tweet: “Vittorio, nessuno tocchi la tua felicità, il futuro è nelle tue mani”.
Perché ciò accada, e perché ciò accada tra costoro, non viene spiegato. Ce ne faremo una ragione.
Bianca Balti presenta, scherzando con Carlo Conti e improvvisando un valzer con Cristiano Malgioglio, il quale entra in scena con strascico rosso di “50 metri”. Lo dice lui e nessuno gli contesta il metraggio. Il brio comico di Nino Frassica è protagonista della serata, surreale, ma azzeccato. Indimenticabile la biografia di Malgioglio, di cui Frassica imita il mitico ciuffo.
Fra i votati, i cinque migliori confermano quattro dei cinque della serata precedente: Giorgia, Simone Cristicchi, Achille Lauro e Lucio Corsi; al posto di Brunori Sas, non in gara, entra Fedez. Battito merita, l’esecuzione anche, gli applausi vengono prima di fine canzone.
Rkomi piace: il suo pezzo non è tra i primi cinque, ma coinvolge. Un applauso del pubblico in piedi – per gli inglesi standing ovation – premia Quando sarai piccola, dedicata alla madre da Simone Cristicchi. Achille Lauro, in gessato bianco-nero, affascina con Incoscienti giovani. La cura per me di Giorgia, scritta dal collega Blanco, non è orecchiabile, ma l’interpretazione è di alta gamma.