Un criminale può diventare onesto chirugicamente e così riscattarsi, per sé e per i propri cari? Accade in Emilia Pérez, film ben scritto e diretto dal francese Jacques Audiard (figlio di Michel, immenso dialoghista del cinema d’oltralpe anni ’50-’80), che l’ha tratto dal romanzo Ecoute di Boris Razon.
Un narcotrafficante (Karla Sofia Gascòn) cambia vita. Come? Cambiando sesso. Diventa così Emilia. Per perfezionare la metamorfosi, però, ricorre a un’avvocata. Il percorso di “riabiitazione” pare riuscire, ma i legami col passato sono così forti…
Allo spettatore è lecito sognare, ma la via della salvezza non sempre si riesce a percorrere fino in fondo; quasi mai, in un film da Festival.
Soggetto in linea coi tempi transgender; attori perfetti, a cominciare da Zoe Saldana (l’avvocata, anche lei intenzionata a riscattarsi), parti cantate che imprimono alla storia un’insperata leggerezza.
Le 14 nomination per i premi Oscar – dopo i due premi al Festival di Cannes e i tre Golden Globe – sono un primato: mai un film non in inglese ne aveva avute tante.
Emilia Pérez di Jacques Audiard, con Karla Sofia Gascòn, Zoe Saldana, Selena Gomez, 132′
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