
Il regista Bertrand Blier, morto il 20 gennaio, era figlio di Bernard, grande interprete francese di Amici miei e di altre decine di film girati in Italia.
Mercoledì scorso, a Parigi, Bertrand Blier è stato onorato nella chiesa di Saint Roch, dove tradizionalmente si celebrano i funerali degli attori. Padre Laurent Chauvin, cappellano degli artisti, da un film del defunto ha tratto le parole: “Non stiamo bene, qui, in pace, freschi, riposati nello spirito? E crederemo, quando vorremo credere…”.
Molto esiguo (poco più di 200 persone) il pubblico. Conoscendo i classici del cinema, esso ha riconosciuto la citazione – dove “riposato” però è “il glande”, non lo spirito – da I santiissimi (1974)
Il sacerdote ha evocato il “beffardo agitatore del cinema francese, uomo di parola e sobillatore culturale”. A dire il vero, come ritratto sputato, abbiamo visto di peggio. Insomma, il discorso non mancava di umorismo.
Dov’è Depardieu? C’è bisogno di lui!
Gérard Depardieu è stato invece “assente dalla mente di tutti” e, secondo il settimanale Paris Match, “soprattutto dalla cerimonia”. Sembra che alla grande famiglia del cinema francese manchi della grazia dello stimato prete.
Del resto la carriera di Bertrand Blier non ha mai lasciato indifferenti, come mostra la polemica all’uscita, nel 1974, dei Santissimi. Per Jean Domarchi, della rivista molto snob Écran, è “un vero e proprio film nazista”, mentre Jean Baroncelli, di Le Monde, lo minimizza, accontentandosi di un cautissimo commento: “Un film in forma di burrasca, cui non si può resistere”.
Michel Marmin ricorda che…
E la stampa di destra? Da noi Intervistato, Michel Marmin, storico critico cinematografico di Valeurs actuelles, ricorda: “Mi è piaciuto, ma – come La grande abbuffata (1973) – non sempre lo si poteva difendere sulla stampa di destra. Eppure il film di Marco Ferreri era una bella allegoria della società consumista, che, dunque, avrebbe potuto piacere ai lettori della destra classica… ” E conclude: “Credo che Bertrand Blier sia stato un grande incompreso. E che non sia mai stato capito del tutto”. Non sbaglia.
Eric Neuhoff e i critici in eruzione
Ripensandoci, Eric Neuhoff – che tutto è meno che un estremista di sinistra – ha scritto su Le Figaro, nel cinquantennale dei Santissimi: “Eruttano i critici. Bertrand Blier è accusato di ogni peccato: misoginia, sessismo, maleducazione. Il film ha un ritmo, un tono solamente suo. Rivedendolo, si scopre la malinconia celata sotto l’argot, la disperazione che non osa pronunciare il suo nome. E’ la versione allegra di Arancia meccanica […] Oggi Dewaere è morto, Depardieu è stremato. Blier non gira più. I piccoli borghesi anni ’70 avevano talento”.
Orgoglioso dell'”immondizia”
Mai sapremo se Bertrand Blier fosse di sinistra o di destra. Ma sappiamo che non si prendeva sul serio. Così, pochi anni prima del film, quando esce il libro omonimo, per Minute – di destra – è “immondizia”. Blier non querela: adotta il termine. I ribelli di allora non si lamentano, si prendono le loro responsabilità e, soprattutto, si divertono.
Olivier Maulin, delizioso reazionario
Ecco perché ancor oggi, in Francia, Bertrand Blier disturba più una sinistra clericale che una destra assenteista. Lo dimostra Olivier Maulin, scrittore deliziosamente reazionario, critico letterario di Valeurs actuelles, grande fan di Bertrand Blier in generale, dei Santissimi in particolare. Invece persiste il disagio a sinistra, perché, anno dopo anno, forse contro la sua volontà, Bertrand Blier, in un certo senso, diviene una sua creatura: quella del libero godimento e del grande sconvolgimento del maggio ’68.
Cambronne e le zie coi baffi
Ma Bertrand Blier vuole non essere un piacevole tormento. E sconvolge le convenzioni di allora: del conservatorismo cattolico come del Movimento di liberazione della donna. E’ imprevedibile che chi va perdendo la crosta lattea diventi un pavido, pronto ad arrossire alla minima occasione. Un po’ come le vecchie zie coi baffi di un tempo, tremanti se, al pranzo della domenica, sentivano la parola di Cambronne. A conferma che non sempre i più rigidi sono quelli che lo sembrano essere.
Ovunque sia ora, Bertrand Blier si sta divertendo. Infine, per mettere tutti d’accordo, ricordiamo che la colonna sonora dei Santissimi, composta dall’immenso Stéphane Grappelli, è semplicemente sublime.
‘Les valseuses’, che vidi anni dopo il 1974, non mi piacque molto e non lo ritenni un film di destra, semmai un pasticcio riflesso di quegli anni di crisi post-sassantottina… Come la ‘Grande Abbuffata’ lo giudicai una sgradevole presa per i fondelli dello spettatore medio e…poco più….