
E’ un caso che fa e farà discutere. La carcerazione dell’ex ministro Gianni Alemanno, leader del partito sovranista Indipendenza e’ una misura forte, pur in presenza di violazione delle prescrizioni che gli garantivano l’accesso alle misure alternative al carcere. Nei prossimi giorni ci saranno gli sviluppi delle istanze di rimodulazione della pena chieste dai legali del politico romano. Una mitigazione della pena, con la concessione dei domiciliari, renderebbe, mai come in questo caso, la giustizia non più lontana dal diritto ma più vicina ad un suo esercizio che tenga conto della rieducazione e dell’umanità. (g.a.)
Il Tribunale di Sorveglianza di Roma si è riservato di decidere al termine dell’udienza per l’ex sindaco Gianni Alemanno, finito in carcere a Rebibbia la notte del 31 dicembre scorso dopo la revoca dei servizi sociali. “Mi rendo conto che ho commesso degli errori ma l’ho fatto per coltivare la mia passione per la politica, non per commettere reati’’ ha detto Alemanno che ha partecipato all’udienza.
La presa di posizione di Francesco Storace
“Sollevano la Costituzione ma dimenticano l’umanità. Dedicato a chi coltiva l’odio politico: la detenzione in carcere di Gianni Alemanno non è qualcosa da salutare festosamente. Perché è davvero triste sapere ristretto a Rebibbia l’ex sindaco di Roma: non ha picchiato nessuno, non si è impossessato di nulla.In galera ce l’ha portato una cretinata, coincisa con la passione politica che non esce mai dalla mente di chi l’ha vissuta per una vita. Non ha rispettato alcune prescrizioni dei giudici legate ad una condanna su un reato che non ha davvero nulla di serio: il traffico di influenze”. Così Francesco Storace in un articolo su Libero rilanciato via social.
Tutta la politica, da sempre, ovunque, è traffico di influenze…
È una vergogna tenere in carcere Alemanno