
I miei ricordi della Lazio risalgono alla mia infanzia. La prima volta che sentii parlare della Società Sportiva Lazio fu da parte di mio padre quando mi raccontava di Roberto Lovati detto Bob, portiere della Lazio dal 1955 al 1961 e successivamente dirigente sportivo e della Lazio dal 1962 al 1985 e della Lazio Campione d’Italia 1974; quella dei ragazzi guasconi, un pò ribelli e un pò guerrieri allenata dal grande Tommaso Maestrelli e che in campo schierò giocatori come Felice Pulici (portiere), Giuseppe Wilson (difensore), Vincenzo D’Amico, Mario Frustalupi, Luciano Re Cecconi (centrocampisti), Giorgio Chinaglia e Renzo Garlaschelli (attaccanti). All’epoca avevo poco meno di un anno e tutto quello che so di quella grande stagione sono i ricordi di mio padre che purtroppo non c’è piu’ e le immagini di repertorio.
Per onestà e per correttezza non avendo vissuto direttamente quegli anni vi parlerò di un’altra Lazio, quella del periodo piu’ difficile tra il 1986 e il 1987 e di un grande campione quale fu Giuliano Fiorini.
Era l’estate del 1986, la Lazio, retrocessa al termine dell’annata 1984/85, aveva disputato un pessimo campionato di B, ma la cosa peggiore fu lo scandalo legato al giro delle scommesse clandestine. Non c’erano nomi importanti come Albertosi, Giordano o Paolo Rossi e nemmeno retrocessioni forzate, ma vennero inflitte sanzioni che andavano dalla non promozione in A ai punti di penalizzazione da scontare nella Stagione 86-87. Tutta la Lazio pagò per colpa di un suo giocatore Claudio Vinazzani e per la responsabilità oggettiva e presunta, secondo la sentenza. In primo grado la Lazio viene condannata alla retrocessione in serie C1, mentre in appello verrà retrocessa in Serie B con ben nove punti di penalizzazione, che in un campionato a due punti a vittoria non sono pochi.
In panchina venne chiamato Eugenio Fascetti, reduce da una stagione disastrosa di A alla guida del Lecce. In rosa vi erano sia dei veterani come Terraneo, Fiorini e Domenico Caso, e dei ragazzi con un grande potenziale come Gregucci, Gabriele Pin o Mandelli. Era importante partire bene. E dopo otto giornate si oltrepassò la quota zero e, nonostante le insidie di un campionato come la serie B, la salvezza sembra vicina. Alla 28° giornata la Lazio vince in casa contro il Cesena grazie a un gol di Fiorini e la classifica dice: Cremonese 34, Cesena, Pescara, Parma, Pisa e Genoa 32 e poi la Lazio tredicesima a 25 punti. Senza quella penalizzazione la Lazio sarebbe a 34 punti, ma Fascetti frena l’entusiasmo dicendo: Non siamo ancora salvi.
Purtroppo due pareggi e la battuta d’arresto in casa contro l’Arezzo fanno piombare nella squadra e tra i tifosi lo spettro della retrocessione in serie C1. Il futuro della Lazio si gioca con il Lanerossi Vicenza all’ultima giornata di campionato.
Il Vicenza mette in campo un catenaccio, sembra che la serie C1 sia ormai dietro l’angolo, quando all’82° accade il miracolo, è Giuliano Fiorini che in scivolata da pochi passi mette dentro la palla. Quel giorno Fiorini portò la Lazio nella storia salvandola dalla Serie C1 e facendo si che la Lazio nella stagione successiva tornasse in Serie A.
Ricordo quel giorno come se fosse ieri, dal cross di Podavini nacque l’azione di Giuliano Fiorini che di spalle alla porta dopo aver stoppato di destro anticipò lo stopper Bertozzi del Vicenza beffando il portiere Dal Bianco.
Memorabile ancora la corsa sotto la Curva Nord di Giuliano Fiorini con i capelli al vento e la gioia di quanti quel giorno erano lì all’Olimpico e anche se la salvezza non era ancora arrivata sapevamo che ce la potevamo fare. La squadra si salvò grazie agli spareggi disputati a Napoli contro il Taranto e il Campobasso grazie al gol di Poli.
Tuttavia l’emblema di quella stagione resta quella partita con il Vicenza che ci permise di arrivare a 33 punti e l’anno successivo grazie a Mister Fascetti e al centravanti Paolo Monelli la Lazio si classificò terza.
Ma se dal 1989 la Lazio è ancora in serie ed è una delle squadre romane con piu’ titoli vinti è proprio grazie a Giuliano Fiorini che il 21 giugno 1987 è diventato uno degli eroi bianco celesti come Silvio Piola, Chinaglia, Wilson, Re Cecconi e Siniša Mihajlović.
Purtroppo Giuliano Fiorini perse la partita piu’ importante, quella contro il tumore ai polmoni che lo porterà via il 5 agosto 2005.
Grazie a Fiorini e a quella squadra di poeti guerrieri si getteranno le fondamenta della Lazio di Cragnotti che diede alla Lazio uno scudetto nel 2000, la Coppa delle Coppe nel 1999 e la Supercoppa Uefa sempre nel 1999.
Come ebbe a dire il giornalista Guido De Angelis alla festa per il centenario della SS Lazio Fu lui a segnare quel gol grazie al quale siamo ancora in vita: Giuliano Fiorini!
Chiudo questo breve articolo in ricordo di quella Lazio con le parole di una canzone di un grande cantautore che ha rappresentato al meglio la Lazialità quale fu Lucio Battisti, per ricordare non chi è morto ma è soltanto in trasferta:
“Il nostro caro angelo
È giovane lo sai
Le reti il volo aperto gli precludono
Ma non rinuncia mai”
(Lucio Battisti – Il nostro caro angelo)
Complimenti per questo articolo così coinvolgente ed emozionante.
Anche per chi non è un appassionato di calcio come me, la storia di Giuliano Fiorini e della Lazio del 1986/87 emerge con forza come un racconto di passione, resilienza e spirito di squadra. È incredibile come un gol, come quello contro il Vicenza, possa racchiudere non solo un momento sportivo cruciale ma anche un simbolo di rinascita per un’intera tifoseria.
Grazie per aver riportato alla luce questi ricordi e per averli arricchiti con emozioni personali e riferimenti culturali, come la citazione di Lucio Battisti. Questo articolo rende onore non solo a un grande calciatore, ma anche a una passione che attraversa le generazioni.
Potrà sembrare strano ma la Lazio a cui io sono molto piu’ affezionato è quella Lazio li, senza chiaramente nulla togliere alla grande Lazio di Cragnotti
Brividi