Uno dei temi caldi sviscerati dal dibattito di Atreju resta quello monetario: il nuovo centro-destra di Meloni, La Russa, Crosetto e Giannino sembrerebbe puntare con forza sulle problematiche finanziarie tornate ad essere input decisivi nel discorso politico quotidiano. Fratelli d’Italia appare quindi il partito meno reticente ad affrontare la questione, attraverso l’ormai chiaro approccio identitario e liberale: sovranità nazionale contro l’eurocrazia, sovranità economica per l’equità fiscale. Un deciso passo avanti se si pensa all’omertà, anzi, dovremmo dire alla contiguità, del recente passato pidiellino su votazioni storiche come patto di stabilità ed Esm.
E’ chiara la strategia percorribile dai FdI: denuncia delle politiche d’austerità in nome della crescita e rivendicazione nazionale di una qualche forma di sovranità politica sulla leva monetaria. Sentiero questo già battuto con successo da Marine Le Pen in Francia. Il Fronte veleggia così su percentuali mai toccate prima. Porterà lo stesso successo il progetto meloniano? Difficile a dirsi, per due motivi.
Il primo è di tipo elettoralistico: Forza Italia ri-nasce appositamente per smarcare Berlusconi da se stesso, cioè dal quinquennio catastrofico 2008-2013, corrispondente all’esplosione delle bolle monetarie internazionali e relativa recessione. Il secondo è di tipo oggettivo, o tecnico se si vuole: siamo tutti sicuri che questa crisi di lungo periodo derivi dalla mancanza di sovranità monetaria? O, al contrario, esattamente dall’eccesso di essa?
Teorici alternativi legati al pensiero libertario da tempo sostengono proprio questo: non staremmo che pagando, con enormi sacrifici, nulla di diverso dall’infinita massa inflazionistica messa in circolo dalle politiche espansionistiche della sovranissima Federal Reserve americana. L’idea di controbilanciare tanta carta straccia con altrettanta nuova Lira o con altrettanto Euro forte, appare, così, a conti fatti, un progetto si vendibile alle prossime elezioni, ma davvero poco credibile nella costruzione di un programma politico di lungo respiro.
In quest’ottica, se nell’Officina per l’Italia lanciata ad Atreju, oltre alle teorie classiche del liberalismo mainstream, si cominciasse a masticare di Gold Standard, di Emissione competitiva, se si leggesse End the Fed, ad esempio, del già citato Ron Paul, forse il concetto stesso di sovranità troverebbe strade differenti di elaborazione, strade più adatte ad una destra nata dalle ceneri di politiche monetariste clamorosamente fallimentari.