
Ammesso che la democrazia non sia “un’estensione indebita della statistica” (Jorge Luis Borges).
Ammesso che la democrazia non sia un modo per imporre la volontà dei meno dotati (a chi gli diceva nel 1952: “Tutte le persone intelligenti voteranno per lei”, Adlai Stevenson opponeva “Non basterà. Occorre la maggioranza!” E perse).
Ammesso che sia valida la citazione fatta da Winston Churchill: “Si è detto che la democrazia è la peggior forma di governo, tranne tutte le altre sperimentate finora”.
Considerato incontrovertibile che della democrazia oltre metà degli umani non vuole sapere e che gran parte dei Paesi ne fa a meno, dimostrandone la non indispensabilità.
Considerato che esistono canoni c,ulturali opposti di millenaria matrice e grande consistenza (della civiltà non abbiano l’esclusiva e, per di più ignoriamo bellamente le convinzioni altrui), che collocano lontano da noi l’Oriente e l’Islam.
Considerato che, nel Mondo Occidentale, si pensa che altrove la Religione abbia perso importanza e significato, quando non è così, specie nelle terre maomettane.
Ciò ammesso e ritenuto, perché e da chi la definizione “democratico” viene attribuita?
Eletto dalla maggioranza degli elettori, perché Donald Trumo non sarebbe democratico? E dunque perché se ne teme l’impegno alla Casa Bianca? Non è forse democratico (se così il tycoon farà, e lo verificheremo) mantenere gli impegni presi in campagna elettorale, che i cittadini hanno preferito?
Il riconfermato Presidente, per non allarmare, dovrebbe forse scegliere ministri di idee, se non di fede diversa, tradendo? Dovrebbe non espellere gli immigrati clandestini, quando per questa ripetuta promessa è stato preferito?
Ben strana – ognuno lo vede – la pretesa delle sconfitte anime belle di fare sì che la minoranza, non la maggioranza, governi attraverso l’eletto.
Ovvio – e qui la sorveglianza deve essere attenta – che, rispettando il Dilemma Madisoniano, le istanze minoritarie, per il fatto d’essere tali, non siano soverchiate e se ne debba tener conto!
Vediamo in questi giorni di avvicinamento al mezzogiorno del 20 gennaio un insediamento troppo lungo, fonte di problemi con un Presidente in scadenza, tuttavia operativo, e un Capo dello Stato eletto scalpitante.
Mentre il potere legislativo compete al Congresso (appena rinnovato), il Presidente uscente, appartenente al Partito democratico, emette Decreti a tamburo battente. Naturalmente Trump ha dichiarato che cancellarli sarà il suo primo provvedimento.
Venendo al rapporto tra Usa e Ue, si dovrebbe essere certi che alla maggioranza dei Paesi Ue non passi per la testa (come invece accade) l’idea di ergersi a giudici della democraticità di Trump e del suo esecutivo.
L’uomo, l’individuo Trump butta sul tavolo il futuro di Canada, Groenlandia e Canale di Panama per vedere l’effetto che fa. Ed è capace di improvvisare, di smentirsi. “Ci sono contraddizioni in me?”, si chiedeva Walt Whitman, per rispondere: “Certo. Sono immenso. Contengo moltitudini’”.
Trump sa anche prendere cappello, ma si ricordi che Gerald Ford, dopo avere esercitato il potere esecutivo, disse: “L’unica cosa che può decidere da solo il Presidente degli Stati Uniti è quando andare al gabinetto!”).
“Calma e gesso”, dunque, come si dice guardando le billie in messa sul panno verde del biliardo e preparando la punta della stecca. Non regalate punti o addirittura, magari finendo in buca, palla in mano all’avversario.
Presidente onorario della
Fondazione Italia Usa