E’ da pochi giorni finalmente disponibile in dvd Una donna alla finestra, il film di Pierre Granier-Deferre, tratto liberamente dall’omonimo romanzo di Pierre Drieu La Rochelle. Il film, uscito nel 1977 con l’adattamento di Jorge Semprun e dello stesso regista, si avvale di attori di prim’ordine, tra cui Romy Schneider (Margot Santorini), Victor Lanoux (il giovane rivoluzionario Michel Boutros), Umberto Orsini (il marchese Rico Santorini), Philippe Noiret (Raoul Malfosse, l’innamorato non corrisposto di Margot) e Gastone Moschin (il commissario). La colonna sonora, che sottolinea efficacemente le scene, è di Carlo Rustichelli.
La vicenda si svolge nel 1936 sullo sfondo di una Grecia classica e solare, alla vigilia del colpo di stato di Metaxas. Incurante della situazione politica che si sta infiammando, il marchese Rico Santorini, segretario dell’ambasciata italiana continua a condurre la sua vita di sciupafemmine. La moglie di Rico Santorini, la bella e ricca Margot si lega invece ad un giovane rivoluzionario comunista, Michel Boutros, che una notte, inseguito dalla polizia, trova rifugio nella sua camera d’albergo. La donna, attratta sia dall’uomo che dalle sue idee politiche, ne favorisce la fuga all’estero. Andando oltre il romanzo, che ricordiamo fu pubblicato nel 1929 nelle edizioni Gallimard, il regista inventa un epilogo in pieno secondo conflitto mondiale, facendo comparire lo stesso Drieu impersonato da un attore che ha con lui una notevole rassomiglianza fisica e viene ripreso sempre di spalle, mentre cammina tra due interlocutori, il marito e il vecchio spasimante di Margot Santorini. Questa inclusione dello scrittore francese nell’epilogo del film non mancò di suscitare, all’epoca, polemiche piuttosto accese.
Il film di Granier-Deferre ha il pregio di aderire alla struttura letteraria del romanzo con un incedere lento, ma reso gradevole dai dialoghi e da una magnifica fotografia. Su tutto domina la luminosa interpretazione della Schneider. Scrive Moreno Marchi, uno dei maggiori studiosi italiani di Drieu e degli altri scrittori collaborazionisti, che il film “piuttosto elaborato, un po’ confuso nel montaggio” ha comunque “il merito di essere riuscito a mantenere il respiro e la tipica atmosfera del libro” (in Drieu La Rochelle Una bibliovita). Ed ancora: “sono da apprezzare le ottime ricostruzioni degli ambienti e delle atmosfere d’epoca … la sofisticata eleganza dei costumi, degli arredi, delle automobili e dei vari particolari in genere.” ( in Celine Drieu. Tra schermo e palcoscenico).
Dove pecca invece è nell’aver messo in ombra quello che è il motivo ispiratore del romanzo: da che cosa è attratta la bella Margot? Dalle idee comuniste di Boutros? O piuttosto dall’uomo d’azione? Può darsi infatti che “ella ami in lui l’aristocratico che a suo modo egli comunque è. Da qui il sottile riferimento a Pascal: mai si ama una persona, ma soltanto delle qualità.” (in Drieu La Rochelle Una bibliovita).
In definitiva, facciamo nostro il giudizio espresso sul film dal critico Massimo Bertarelli: “Robusto dramma passionale, che mescola in pari dosi gli intrighi della politica e quelli del sentimento. La guerra è guerra e Pierre Granier-Deferre, che si è ispirato a un romanzo di Drieu la Rochelle, ha l’accortezza di non dividere buoni e cattivi a seconda della camicia. Il più bravo, tanto per cambiare, è Philippe Noiret. La sensualissima Romy Schneider è così bella da sembrare finta.” (in Il Giornale, 31 agosto 2003).
Due domande infine a proposito del romanzo di Drieu che, tra parentesi, è l’unico a lieto fine dello scrittore francese. Perché il romanzo è tuttora inedito in Italia? Ci sarà un editore che voglia farlo tradurre e pubblicare?