
Inappuntabile questo commento alla miniserie tv su Leopardi. Alle critiche mosse da Sessa aggiungerei l’eccessiva caricaturizzazione del rapporto fra il Poeta e Tommaseo. Il loro scontro vi fu e anche aspro, però posteriore rispetto a quanto appare dallo sceneggiato. Ma, si sa, nella sintassi delle serie televisive bisogna sempre che l’eroe sia insidiato dal malvagio di turno. Detti questo, devo dire che, per i tempi che corrono, la miniserie è grasso che cola, non solo per la qualità di molti interpreti. E pazienza per la scena del bacio, che ci potevano anche risparmiare. Del resto, il primo a far del male a Leopardi fu proprio Antonio Ranieri, quando, a quarant’anni dalla morte del poeta, pubblicò un libro di memorie, Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi, in cui, oltre ad alcune squallide bugie (fece credere che fosse lui a mantenere il poeta a Napoli, mentre avvenne il contrario), rivelò alcuni dettagli sulla sua intimità che dal rango di amico fedele lo declassarono a quello di pettegolo maggiordomo. Come si dice in Toscana, “il ben d’un anno finì in un moccolo”.
p.s. un aspetto positivo dello sceneggiato è di non avere ridotto a semplice macchietta la figura di Monaldo Leopardi, padre del poeta, che, come si evince da alcune delle prime scene, amò il figlio teneramente – a differenza dell’arcigna madre Adelaide – e fu un critico della modernità, mantenendo sempre un’autonomia morale dai restaurati governi. Nei suoi Dialoghetti c’è un’ironia a volte altrettanto caustica di quella delle Operette morali, tanto che qualche detrattore di Giacomo insinuò il sospetto che Giacomo ne fosse almeno il coautore. Su di lui consiglio il piacevolissimo saggio di Alfredo Panzini Casa Leopardi, il capitolo a lui dedicato in I paladini della reazione, di Isabella Rauti, e, di Romano Del Corona, giovane storico precocemente scomparso, Anti risorgimento : un protagonista Monaldo Leopardi.
Su Monaldo sono d’ accordo. Per il resto ho trovato un Leopardi un po’ patinato e non perchè ne dobbiamo avere per forza un’immagine immagine stereotipata di sofferente quanto il fatto che una personalità così complessa è di difficile resa . Insomma, ad ognuno il proprio Leopardi
Che finezza la notazione su Monaldo e Panzini. Complimenti!
A me sembra che invece Monaldo Leopardi nel film sia stato ritratto male, come un rigido e freddo bigotto, mentre in realtà era in fondo un razionalista (non aveva accolto male Giordani, come invece nel film si mostra) anche in materia di religione, inoltre era ben visto dai concittadini (al suo funerale andò tanta gente).
Non aveva comunque nulla a che fare con “tradizionalismi” di marca novecentesca, men che meno evolismi o roba simile.
Monaldo Leopardi fu un grande uomo di cultura